Da sabato 14 giugno al 21 luglio Napoli, Castel dell’Ovo Esposizione Mediterraneo: mare nostrum fotografie tra terre e mare, è ideata e curata da Patrizia Varone, organizzata e prodotta da “Lo Cunto” Associazione di Promozione Sociale, promossa e patrocinata dal Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e al Turismo, e con il patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), della Commissione Europea, della Regione Campania, dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, dell’Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo del Cnr, Centro Nazionale delle Ricerche.
Mediterraneo: mare nostrum nasce dall’idea di proporre il Mediterraneo come laboratorio sperimentale e come luogo di relazione tra le differenti culture che si affacciano su questo mare, che troppo spesso divide piuttosto che unire. La mostra, che vuole essere un’occasione di dialogo interculturale e intergenerazionale, come dimostra il lavoro di Gerald Bruneau GenerazioneDue, prevede l’esposizione di cento fotografie, scattate per necessità di cronaca, da reporter, italiani e stranieri, di fama internazionale, che hanno deciso di mettere a disposizione i propri scatti per raccontare la realtà, spesso tragica, della regione. Saranno undici i fotografi, quasi tutti under 30, che esporranno le loro opere per l’occasione: Francesco Cito, George A. Bertrand – Francia, Gerald Bruneau – Montecarlo, Alessio Romenzi, Christian Minelli, Farouk Abbou – Algeria, Giulio Piscitelli, Giuseppe Carotenuto, Pietro Masturzo, Roberto Salomone e Tami Notsami- Israele. Attraverso le loro fotografie, che saranno esposte su più livelli del Castel dell’Ovo e suddivise per aree tematiche, il visitatore compierà un viaggio virtuale al fianco di chi è costretto a lasciare il proprio paese nella speranza di trovare un po’ di fortuna in Europa. Il primo livello degli spazi espositivi sarà dedicata alla narrazione delle condizione di vita dei migranti provenienti da varie zone dell’Africa, del Medio Oriente e dell’Asia e del loro passaggio dallo status di profughi nei campi dell’UNHCR in Nord Africa a quello di migranti quando intraprendono i loro viaggi sulle carrette del mare. La sezione Mare racconta la fine del loro terribile viaggio per finire come reclusi nei Centri di detenzione in Italia.