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Raid aereo russo distrugge ospedale pediatrico a Mariupol

Continua l’assedio delle forze armate russe nel sud dell’Ucraina. La città di Mariupol, da giorni sotto il continuo attacco dei bombardamenti russi, è stata colpita poche ore fa da un raid aereo violentissimo. L’attacco ha distrutto un importante ospedale pediatrico della città portuale. La conferma è arrivata dal  consiglio comunale in una dichiarazione rilasciata su Facebook dove i funzionari affermano che “le forze di occupazione russe hanno sganciato diverse bombe sull’ospedale pediatrico. La distruzione è colossale“.

Il reparto maternità nel centro della città, il reparto pediatrico e il reparto di terapia dell’ospedale – tutti distrutti in un raid aereo russo su Mariupol“, ha detto in un video su Facebook il capo dell’amministrazione militare regionale, Pavlo Kyrylenko.

Non si conosce al momento il numero esatto di vittime, ma secondo il capo della polizia nazionale Vyacheslav Abroskin molte donne sono rimaste ferite e uccise.

Lo stesso presidente Zelensky ha commentato su Twitter quanto accaduto a Mariupol esortando gli alleati ad imporre la no-fly zone nei cieli ucraini:

Persone, bambini, sono sotto le macerie. Questa è atrocità! Per quanto ancora il mondo sarà complice nell’ignorare il terrore? Chiudete subito il cielo, fermate subito gli omicidi! Avete il potere. Qui si sta perdendo l’umanità“.

La situazione a Mariupol

La città nel sud-ovest del paese è sotto assedio da giorni ed è molto vicina al collasso. Le autorità locali confermano che non c’è più acqua, riscaldamento, elettricità e gas. Le vittime locali sono oltre 1170, molte delle quali sepolte in fosse comuni scavate nei vecchi cimiteri nel cuore della città. La via dei corridoi umanitari non sembrerebbe al momento percorribile. Nonostante il cessate il fuoco concordato tra i due paesi, l’esercito russo continua ad ostacolare l’evacuazione di Mariupol, oltre 400.000 cittadini sono bloccati in condizioni di salute precarie circondati da macerie di una città letteralmente rasa al suolo.