Ha giocato 280 partite con la maglia del Napoli, è un idolo dei tifosi azzurri ma negli ultimi due anni è stato anche il giocatore più discusso. Marek Hamsik è al Napoli dal 2007 fu acquistato da De Laurentiis nella stagione del ritorno in Serie A insieme a Lavezzi poi volato al Psg. E’ stato allenato da Reja, Donadoni, Mazzarri e Benitez, con quest’ultimo ha avuto problemi sia personali che tattici. Tra i due non è mai scattato il giusto feeling, le tante sostituzione sempre a metà ripresa hanno logorato un rapporto che negli ultimi mesi è stato solo professionale, il ruolo di trequartista nel 4-2-3-1 non esalta le sue caratteristiche, preferisce partire da lontano palla al piede piuttosto che riceverla spalle alla porta. Con Sarri le cose sembrano andare diversamente, il tecnico ex Empoli, nella settimana di ritiro trascorso a Dimaro ha impostato i suoi con il 4-3-3 o con il 4-3-1-2 e Hamsik è stato impiegato da mezz’ala e mai da mezzapunta dove sono stati provati Mertens e soprattutto Insigne che è sembrato molto a suo agio.

Lo slovacco sente di avere qualcosa da dimostrare, ora non ha più alibi. Giocherà nel suo ruolo e sa che deve essere più continuo e crescere sotto il piano della personalità, il suo ruolo di capitano gli impone di trascinare i suoi dentro e fuori dal campo anche se con toni e modi pacati. Lo slovacco, intervistato dal Corriere della Sera ha spiegato: “Avere carattere e personità significa forse urlare? Non per me. Si può essere leader anche senza alzare la voce. Io mi ritengo tale, per cultura e per l’educazione ricevuta dai miei genitori. Per me, ripeto, avere carattere significa lavorare al 100% e provare a vincere con la mia squadra. Non cambierò“.
PASSATO E FUTURO – In città per ora regna un clima di pessimismo, i tifosi sono ancora delusi per come è finita l’ultima stagione. Hamsik ha commentato: “Si è detto di tutto, la verità è che ci è mancato un rigore segnata all’ultima gara e un fuorigioco di tre metri in Europa. Piccole cose che hanno cambiato il nostro destino. Le tante sostituzioni con Benitez? Non poteva farmi piacere essere sempre sostituito al 60′, ci resti male, ti arrabbi ma un professionista deve rispettare l’allenatore anche quando non è d’accordo. Il ruolo di trequartista può essere interpretato in tanti modi e con varie filosofie, il modo del tecnico spagnolo mi ha messo in difficoltà“. Sarri sta lavorando tanto e ha già instaurato un buon rapporto con i giocatori a disposizione:”Non esistono allenatori uguali, ciascuno ha il suo punto di vista e può vincere con il proprio metodo. Come primo approccio alla preparazione mi ricorda quella di Mazzarri. Rispetto a Benitez, dove non si tralasciava mai la palla ora si sta lavorando di più sia fisicamente che tatticamente. Higuain? Gonzalo sente molto la partita e se le cose non vanno bene non sorride. Quest’anno tutti dobbiamo aiutarlo a essere semprepositivo”.