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Maledizione della Gaiola: l’isola “jellata”

La maledizione della Gaiola è una storia affascinante e particolare.

Sorge di fronte la costa di Posillipo l’isola della Gaiola. È tra le isole minori del Napoletano, e custodisce una leggenda molto particolare.

Si tratta di una vera e propria maledizione.

L’isola è infatti detta “jellata”, poiché tutte le persone che ci hanno abitato o soggiornato anche per poco tempo hanno avuto disgrazie.

Nel 1871 Luigi Negri acquistò l’isolotto, un uomo d’affari che scelse la villa della Gaiola come sede della sua società di Pescicoltura.

In poco tempo la società fallì e Bechi dovette dire addio alla sua dimora.

Nel 1926 la villa era collegata alla terraferma da una rudimentale teleferica. In una notte di tempesta il cavo si spezzò mentre una signora tedesca, Elena Von Parish, stava rientrando sull’isola. La donna venne rapita dal mare e sparì.

La maledizione inizia con Hans Praun e Otto Grumbach, che ospitavano la donna alla Gaiola, e furono talmente scossi dalla vicenda che si suicidarono.

In breve tempo l’isola venne comunemente riconosciuta come jellata, e gli eventi che seguirono alimentarono ulteriormente questa leggenda della maledizione.

Passarono gli anni e nel 1931 una barca di scugnizzi marinaretti del collegio Ascarelli-Tropeano fu travolta dalle onde sullo stesso scoglio della Cavallara.

Nel 1950 Maurice Sandoz, titolare della nota casa farmaceutica, acquistò l’isoletta, ma finì in una clinica psichiatrica dove si suicidò dopo aver soggiornato alla villetta della Gaiola.

Successivamente, nel 1960, la villa venne acquistata da Giovanni Agnelli per renderla una sorta di “paradiso in terra”.

Ma di lì a poco il miliardario se ne liberò, probabilmente in seguito alla perdita di diversi familiari.

La villa venne poi ceduta a Paul Getty, magnate del petrolio, che visse nella villa un periodo relativamente tranquillo.

Fino a quando nel 1973 suo figlio venne rapito dalla ‘ndrangheta.

Gli ultimi proprietari furono Gianpasquale Grappone, creatore del Loyd Centauro, e sua moglie Pasqualina Ortomeno.

La sfortuna non risparmiò neanche loro. Grappone finì in galera travolto dai debiti, sua moglie morì in un incidente stradale.

Non è vero ma ci credo

Si tratta ovviamente solo di una leggenda. Ma una spiegazione a tutte queste sciagure forse risale al 1910.

La villa fu acquistata dal senatore Giuseppe Paratore.

Il suo affezionato nipote, Augusto Segre, scoprì una tela risalente al II – III secolo d.C. che fece però nascondere dietro una parete di mattoni.

La tela raffigurava una Gorgone, la Medusa. I greci usavano raffigurare la Medusa decapitata per proteggersi dai nemici.

L’occultamento dell’affresco dal significato “protettivo”, il silenzio della sua esistenza potrebbero spiegare, in qualche modo, la “jella” della Gaiola.

Come se lo spirito di Medusa avesse con il tempo cercato di rivendicare la propria “esistenza”.

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.