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Luigi Caiafa, vittima di un nuovo episodio di dolore

Una vicenda strappalacrime, carica di dolore e dispiacere per le solite sgradevoli storie che circolano e si diffondono costantemente. Sono eventi che vorremmo non ascoltare in nessuna circostanza, sono eventi i quali vorremmo che non si verificassero per nessuna ragione al mondo. Il protagonista è Luigi Caiafa, giovane di 17 anni, vittima di una rapina a Napoli, durante le prime ore del mattino.

Precedentemente, era stato affidato per un anno e mezzo ad una “comunità per minori” di Torre Annunziata, diretta dai Padri Salesiani, fino a luglio, precisamente il giorno sette, prima in misura cautelare e poi per la “messa alla prova”. Ritorna immediatamente alla mente del sacerdote Don Antonio Carbone, il quale mette in risalto un carattere ed una personalità del tutto differenti, non affini a quelli di un comune delinquente.

All’apparenza pare così, ma in realtà Luigi non era soltanto un ragazzo che, purtroppo, durante l’alba ha impugnato una pistola verso un uomo, con la possibilità di distruggere una vita umana. Si intravede sempre il lato umano di un individuo, sebbene a volte sia ben occultato, dice il prete. Il giovane ragazzo era molto ambizioso, voleva imparare l’arte del pizzaiolo; durante il periodo del lockodown, insieme ad altri ragazzi come lui, si dedicava a questo mestiere e preparava le pizze da consegnare a famiglia in difficoltà.

Don Antonio lo ricorda con il volto rigato dalle lacrime, perché in quei mesi, astrusi e sofferenti per ciascuna persona, non poteva abbracciare la sua famiglia e ricevere la giusta dose d’affetto; si recava in chiesa la domenica, per ascoltare la messa e riflettere sulla propria esistenza. Afferma il sacerdote, l’ultimo incontro con il giovane 17enne è avvenuto circa dieci giorni fa.

Intanto in serata, Ciro De Tommaso, diciottenne, amico di Luigi Caiafa, è stato trasferito nel carcere di Poggioreale. Probabilmente, i due giovani erano armati di una pistola replica, priva del tappo rosso; uno strumento il quale, nelle prime ore del mattino, ha assunto a tutti gli effetti le sembianze di un’arma vera, capace realmente di spezzare in un attimo una vita umana. Per di più, pare che lo stesso Luigi abbia incitato più volte Ciro a sparare contro i due poliziotti, che era in sella dello scooter rubato con Caiafa.

È stata la pattuglia di Falchi ad essere intervenuta, mentre ora sta stilando i rapporti di servizio. Sono stati sparati tre colpi, ma soltanto uno di questi ha trafitto Luigi Caiafa, quello fatale, quello decisivo, il quale ha fatto sì che il giovane ragazzo non potesse più aprire gli occhi. I pm hanno disposto l’autopsia sulla salma, anche se al momento il poliziotto, che ha causato la morte del ragazzo, non è indagato.

Gli inquirenti stanno monitorando le dinamiche dell’accaduto, il poliziotto sarà ascoltato probabilmente a breve dal pm Claudio Basso, alla luce delle ultimi indagini investigative. Luigi Caiafa, nato ai Quartieri Spagnoli, ma trasferitosi nel quartiere di Forcella, aveva già qualche precedente per droga e maltrattamenti in famiglia; il padre di Ciro è agli arresti domiciliari. La vita stroncata di Luigi Caiafa ricorda quella di Ugo Russo, 15 anni, ucciso il 1 marzo scorso in via Generale Orsini, a Santa Lucia, da un carabiniere fuori servizio.

Alessandro Giuliano, Questore di Napoli, ha offerto “la vicinanza ed il sostegno” del Capo della Polizia Franco Gabrielli ai poliziotti “chiamati, rischiando la vita, ad affrontare un contesto criminale diffuso ed estremamente pericoloso”. Il sindacato Uil-Sicurezza chiede “misure straordinarie” per Napoli e chiede “tutela” per le forze di Polizia.  Il sindacato Uil-Sicurezza chiede “misure straordinarie” per Napoli e chiede “tutela” per le forze di Polizia.