Lucio Marzo, chiede di lavorare fuori dal carcere.
Dopo appena tre anni di detenzione, Lucio Marzo, il giovane assassino della fidanzata sedicenne, Noemi Durini chiede di lavorare fuori dal carcere.
I fatti per cui il Marzo è stato condannato risalgono al settembre del 2017.
Delitto soprannominato: Il Delitto di Specchia.
La ragazza fu vista in compagnia del fidanzato l’ultima volta nella Fiat 500 della famiglia Marzo.
Da quel momento della giovane Noemi Durini si persero le tracce.
Ci fu una massiccia ricerca e una mobilitazione via social fatta da appelli e numerose richieste di aiuto.
Messo sotto pressione dai magistrati, dopo alcuni giorni Lucio Marzo confessò il delitto e fece ritrovare il corpo della ragazza a Castrignano del Capo nel leccese.
Il giovane assassino addusse agli inquirenti che la causa del delitto fu la conflittualità della sua ragazza con la sua famiglia.
Noemi era ritenuta una presenza negativa, con una cattiva influenza sul ragazzo.
Dopo la conferma dell’omicidio lo stesso dichiarò di aver ucciso la ragazza perché avrebbe voluto far del male ai suoi genitori.
Ancora più raccapricciante le dichiarazioni dei coniugi Marzo alla stampa: “Siamo orgogliosi di lui”.
Già da diverso tempo il ventenne Marzo entrato in carcere quando era ancora minorenne lavora presso il penitenziario di Quartucciu in Sardegna, dove si trova da oltre tre anni.
Il sistema giuridico nei confronti dei minori è molto meno restrittivo infatti consente di poter usufruire di sconti di pena ed a poter beneficiare di permessi in modo più celere.
Naturalmente saranno i magistrati che dovranno valutare la richiesta fatta dall’avvocato di Marzo,Luigi Rella.
Lucio Marzo è stato condannato in via definitiva ad una pena di 18 anni e 8 mesi, con sentenza definitiva.
Vi è stato anche il parere di una criminologa leccese Isabel Martina che ha espresso il suo parere rilasciando delle dichiarazioni alla stampa.
Tra le varie dichiarazioni rilasciate oltre il suo parere, la criminologa ha voluto evidenziare che si rischia la devittimizzazione.
Ovvero che il Marzo non ha mai ben compreso la gravità di quanto ha fatto, ricevendo la solidarietà della sua famiglia.
Noemi Durini, fu uccisa con un fendente, letteralmente soffocata in una tomba improvvisata e costruita con i sassi di un muretto a secco della campagna, dove fu commesso il delitto.