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Luciano De Crescenzo 90 anni di saggezza e cultura

Luciano De Crescenzo nasce 90 anni fa a Napoli, il 18 agosto del 1929, rappresenta un intellettuale di successo, sempre ironico e mai fuoriposto. Ma Luciano De Crescenzo non è solo un intellettuale, è anche ingegnere elettronico diventato, per naturale palingenesi, scrittore, sceneggiatore, umorista, attore, regista, divulgatore, filosofo; «uomo d’amore» in antitesi agli «uomini di liberà».

I documenti relativi alla sua nascita, riportano come data di ufficiale, il 20 agosto, ma ciò in realtà è dovuto ad un ritardo del padre dell’icona napoletana, che andò a registrarlo all’anagrafe due giorni dopo la nascita. Lo stesso De Crescenzo ha recentemente spiegato in un’intervista, che il “ritardo” lo ha accompagnato durante diverse fasi della propria esistenza; infatti, sempre secondo quanto egli stesso si diverte a raccontare, a distanza di tempo, con la stessa ironia strettamente razionale, che lo contraddistingue, anche la sua vocazione emerse in ritardo, a quarantotto anni. E fu così che nel 1976, durante i cosiddetti “anni di piombo”, quando De Crescenzo era dirigente dell’IBM, lasciò tutto e provò a diventare scrittore.  Da quanto ha raccontato in un’intervista, la verità è che si annoiava; “Ero circondato da bravissime persone, sia chiaro, ma ai miei occhi sembravano tutte uguali, identiche nei gusti e nei comportamenti. Spinto dal desiderio di novità, decisi di lasciare il lavoro e dedicarmi completamente alla scrittura. Se vogliamo chiamarlo un salto nel vuoto, oggi, col senno di poi, posso affermare che non avrei potuto scegliere vuoto migliore”.

Molto apprezzato, oltre che come scrittore e divulgatore, in ambito cinematografico; indimenticabile nel ruolo del professor Bellavista, ha recitato in oltre dieci film ed ha scritto tantissimi libri, che spaziano dagli argomenti filosofici a quelli storici, dando naturalmente ampio spazio alla narrazione.

Un rapporto simbiotico con Napoli, della quale, De Crescenzo, ammette di amare i contrasti tra bello e brutto, vissuti come delle vere e proprie dicotomie, da accettare e non respingere, mettendo insieme le diversità, nonostante gli anni, nonostante il tempo che passa.

«Del resto, se ci pensate bene, l’orologio è soltanto un oggetto che segna il tempo. Il suo tempo».