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mercoledì, 27 Settembre 2023

Luca Sorrento, talento made in Naples

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Davide Franciosa
Davide Franciosahttps://www.21secolo.news
27 anni, poliedrico, sensibile, napoletanissimo. E' Compositore video-grafico e operatore di comunicazione sociale. Malato di "teatrite acuta", appassionato di cinema, musica, lettura e scrittura creativa, ha l'Africa nel cuore. Sogna di diventare editore e un teatro tutto suo.

Reduce dal concerto I Love Portici tenutosi lo scorso 24 agosto in villa Savonarola, incontriamo Luca Sorrento, giovane e promettente cantante napoletano. Il concerto, dal quale ha raccolto consensi, applausi e il gradimento di una platea esaurita in ogni ordine di posto, è soltanto uno dei tanti appuntamenti che porteranno il talento e la voce di Sorrento anche oltre l’Italia. Di qualità la scelta del suo repertorio, che va dal cantautorato italiano alla musica gospel ed internazionale, cosi come i valori e i sentimenti che lo spingono ad amare cosi profondamente la musica.

Luca Sorrento: professione cantante
Luca Sorrento: professione cantante

Quando e come è nata in lei la passione per la musica e il canto?

«La passione nasce prevalentemente grazie a mio nonno, il quale canticchiava a casa nell’ambito casalingo e si facevano i primi vocalizzi. Poi maggiormente alle scuole medie, quando ho iniziato a studiare musica con un professore. Gli ultimi timori sono spariti quando mi sono ritrovato a cantare davanti a tutta la scuola e la gente apprezzava la mia voce. E’ stato proprio bello riuscire ad esprimersi a livello non solo verbale ma canoro».

Qual è stata la prima grande occasione per farsi conoscere al pubblico?

«La primissima è stata a San Giorgio A Cremano con un musical amatoriale scritto dal direttore della scuola dove andavo, che s’intitolava “La storia del mondo”. Ricordo che la prima andò in scena al teatro Sannazaro e c’erano un sacco di persone, oltre 500. Fu una bella esperienza, un esperienza molto  forte».

E l’esperienza più bella fino ad oggi? 

«Ce ne sono state diverse: la primissima è quando sono stato su Raiuno come corista nei Blue Gospel Singers a “Ti lascio una canzone”. Ero emozionatissimo perché lì c’era Antonella Clerici, poi era un bell’ambiente dove bazzicavano tanti personaggi famosi. L’esperienza più bella è stata invece quella dove ho cantato da solo su Raidue a “Mezzogiorno in famiglia”, con una banda di scalmanati del gruppo del Comune di Portici. Ci siamo divertiti ed è stata una bella esperienza».

Quanto è difficile per un giovane artista riuscire ad emergere nel contesto napoletano? C’è chi le ha remato contro e chi invece la supporta e incoraggia?

"I Love Portici" in Villa Savonarola
“I Love Portici” in Villa Savonarola

«La gente che mi rema contro? C’è e succederà sempre! Un po’ perché è l’ambito e un po’ perché  la musica è cosi, può piacere e non piacere. Ad esempio pochi giorni fa ho fatto un concerto a Portici a Villa Savonarola, dove a mio parere e a parere del pubblico è piaciuto tantissimo; non è piaciuto invece a una persona che è venuta li a recensire lo spettacolo, non facendone poi una critica o un commento costruttivo, che io accetto sempre quando costruttivo e quando mi può dare una mano per crescere. Sinceramente la recensione lascia il tempo che trova; non ho risposto volutamente  per non alimentare polemiche, anche se ho constatato che ci sono tante persone che mi vogliono bene e hanno notato e letto questa recensione rispondendo a tono. Effettivamente era palese che c’era tanta gente che ha apprezzato “I Love Portici”, il nome di questo concerto ideato e voluto dal Presidente di Arnia tetris Enzo Pannone  e dalla Pro Loco di Portici. Insieme decidemmo di mettere su uno spettacolo invitando anche Caterina Aloi che ha presentato la serata, Elmo&Scipio, un duo comico che io ritengo fortissimo perché hanno fatto cose assurde, e poi puntando su una modalità di repertorio piano e voce accompagnato dal maestro Giovanni Longobardi. E’ stata un’alchimia che è piaciuta, altrimenti il pubblico non avrebbe applaudito, cantato e si sarebbe congratulato con me al termine della serata. E’ chiaro che se dall’altra parte mi giro ho soprattutto delle persone che credono in me: l’etichetta Europhone Records nelle persone dei produttori Jerry De Concilio e Michele J Romano, che hanno prodotto i due singoli e che producono e mandano avanti il progetto di Luca Sorrento».

I Blue Gospel Singers
I Blue Gospel Singers

Quali sono i suoi artisti e musicisti preferiti e di riferimento?

«Mi ispiro particolarmente ad Alex Baroni, un grande artista che purtroppo non c’è più e col quale sono cresciuto con le sue canzoni. Baroni era prima un corista, poi è diventato solista. Questo aiuta a capire che la mia strada è un po’ simile, perché nasco corista e faccio parte di un progetto gospel con il quale continuo tutt’ora, e parallelamente intraprendo la strada solista. Però devo essere sincero: è una formazione a 360°. Alex Baroni lo prendo come il mio vero e proprio esempio. Poi ascolto Stevie Wonder, Josh Groban, Kirk Franklin, Yolanda Adams, ma anche molta musica italiana e il cantautorato quello fatto da Mogol, Battisti, De Crescenzo, De Gregori, Pino Daniele e chi più ne ha più ne metta».

Se fosse un oggetto, a cosa vorrebbe assomigliare?

«Un oggetto musicale o in generale? Le dirò: non c’ho mai pensato, ma credo un albero. L’albero perché pur crescendo sotto ha tante radici, forti, ma è sempre rivolto verso l’alto. Penso che siano importanti le radici, non si devono mai tagliare perché altrimenti cade tutto. Credo che la mia napoletanità, il fatto di esser nato napoletano, non sia un degrado, un limite, ma una marcia in più. Io la vedo così: essendo napoletano si parte dalle radici, poi si va verso l’alto, sempre più in alto. Spero ed ambisco ad arrivare più in alto. Si, l’albero è il mio oggetto giusto».

Sorrento a "Mezzogiorno in famiglia"
Sorrento a “Mezzogiorno in famiglia”

Luca Sorrento oggi: quali i progetti e i piani? Quale il sogno nel cassetto, le collaborazioni e le notizie esclusive?

«Per adesso sono in vendita i due singoli su Itunes “Io non so più fingere” e “Nella tela”. Si sta pensando a produrne degli altri, ma è sempre tutto in fase di work in progress, è cosi nel mondo della musica, perché le idee non escono cosi all’improvviso per i brani inediti. Prossimamente sarò in concerto il 20 settembre a Charleville – Mèziéres in Francia, grazie al Teatro degli Assurdi gestito da Elmo&Scipio. Il 29 settembre, invece, sarò nuovamente in Villa Savonarola a Portici in uno spettacolo anni 60 organizzato sempre da Enzo Pannone e Patrocinato dal comune porticese. Il sogno nel cassetto per me è andare a Sanremo: si sa che è un’arma a doppio taglio, perché nel momento in cui sei lì ti giochi il tutto per tutto. Parallelamente a me piacerebbe andare anche all’estero, girando il mondo facendo arrivare l’italianità a tutti attraverso il canto».

Nel ringraziarla del tempo che ci ha dedicato, le chiediamo di lanciare un messaggio di speranza e testimonianza ai nostri  lettori musicisti che come lei desiderano realizzarsi qui e non solo all’estero.  

in sala d'incisione
in sala d’incisione

«Avere piedi per terra, sempre. Non scappare, perché è spesso inutile andare via e non riuscire poi a migliorare la situazione. E’ un luogo comune che Napoli e l’Italia non siano posti dove poter vivere e realizzarsi pienamente. Bisogna rimanere qui e avere il coraggio di affrontare la realtà. Chi vive e lavora di musica, nel bene e nel male non siamo ricchissimi, anzi, le gratificazioni le ricevi ugualmente. Non scappate, rimanete qui con i piedi ben saldi a terra cercando di portare avanti i vostri progetti senza paura e con tanto coraggio. I fondi? Nel bene o nel male arrivano; nel bene o nel male lo spettacolo si fa, quindi non demordete, continuate. Studiate e preparatevi! E’ fondamenta studiare e non bisogna pensare che “studiare in una scuola di canto significhi poi essere un prodotto di un’eccessiva ingerenza delle scuole di canto“. Vi auguro di continuare i vostri percorsi e giungere al successo che meritate». 

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