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Louisiana: agenti uccidono un afroamericano

Dopo il gravissimo episodio che ha scatenato il movimento del BLM( Black lives matter), ci giunge oggi notizia di un ulteriore misfatto commesso da agenti statunitensi.

Un uomo di colore è stato assassinato da sei poliziotto americani.

Venerdì sera, la vittima del tragico incidente si accingeva a recarsi presso un negozietto, armato di coltello. In quello stesso momento, undici agenti hanno sparato su di lui circa undici colpi.

I fatti

Nei pressi di un negozio a Lafayette, due sere fa, si aggirava un afroamericano.

L’uomo era armato di coltello e tale dettaglio ha destato il sospetto di alcuni agenti trovatisi a prestare servizio, in quella zona, a quell’ora.

In un primo momento, i componenti delle forze dell’ordine hanno utilizzato delle armi immobilizzanti.

Tuttavia, il protagonista del macabro accadimento, Trayford Pellerin, ha ignorato qualsiasi disposizione e tentativo di stopparlo, da parte degli agenti.

Trayford ha infatti proseguito, passeggiando nella direzione da lui desiderata, a gran velocità, senza arrestarsi mai.

A quel punto, gli agenti, non essendo riusciti a bloccare il signor Pellerin neppure col taser, sono ricorsi all’uso di alcune armi da fuoco.

Sull’uomo sono stati sparati undici colpi.

La protesta

Dell’intera faccenda esiste un video, diretto da un testimone, nel quale si può scorgere che la vittima cade a terra, priva di vita.

Tramite il filmato, inoltre, si riesce meglio a ricostruire quanto avvenuto: Trayford aveva ignorato i richiami della polizia, ma non aveva mostrato alcun intento aggressivo.

Immediate le proteste degli americani che, al grido di BLM, hanno comunicato il loro disappunto per il grosso errore dei sei poliziotti.

A detta degli statunitensi, sarebbe stato sufficiente sparare alla gamba di Trayford, perché questo si arrestasse.

Si aggiunge quindi l’ennesimo omicidio di un afroamericano alla già lunga lista degli assassini effettuati da americani “bianchi” nei confronti di altri americani di colore.

La denuncia

La famiglia Pellerin vuole denunciare gli agenti.

La madre del ragazzo parla del figlio come di una persona timida, che aveva lavorato a lungo per combattere la sua ansia sociale.

Gli avvocati della famiglia sono pronti a fare causa a quelli che ritengono essere, a tutti gli effetti, degli assassini.