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sabato, 3 Giugno 2023

Louis Armstrong, l’ambasciatore del jazz nel mondo

Accadde oggi, 4 agosto 1901: nasce a New Orleans il Louis Daniel Armstrong, colui che sarebbe diventato poi l’ambasciatore del jazz nel mondo.

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Andrea Tarallo
Andrea Tarallo
Collaboratore XXI Secolo. Laureato in “Scienze Storiche” presso l’Università degli studi di Napoli “Federico II” con una tesi sulla storia politica e economica dell’Argentina tra XX e XXI secolo

Figlio di una famiglia povera di New Orleans, Louis Armstrong trascorre la sua infanzia in un ambiente di emarginazione nel sobborgo residenziale noto come “Back of Town”. Perlopiù vive con la nonna Josephine, ma talvolta è lo zio Isaac a prendersi cura di lui; dal momento che i suoi genitori si sono separati poco dopo la sua nascita. Il padre, William, si rifece una vita con un’altra donna; la mamma, invece, Mayann continuò ad essere dedita alla prostituzione.

La notte di Capodanno del 1913 viene sorpreso a salutare il nuovo anno a colpi di pistola; pistola sottratta – non si sa quanto temporaneamente – ad uno dei clienti di sua madre. Quella che nella sua testa di dodicenne era solo una bravata gli costò circa due anni di riformatorio. Fu proprio qui che però il professor Peter Davis insegnò al giovane Armstrong a suonare la cornetta. Una volta scontata la pena che gli era stata inflitta, Louis inizia a frequentare pub e locali alla ricerca della possibilità di suonare in qualche orchestra, finché un giorno arriva ad incontrare Joe Oliver, “King Oliver”, il più famoso trombettista di New Orleans. Tra i due scatta immediatamente un grandissima simpatia reciproca; tanto che Oliver diviene prima ancora che mentore artistico, una sorta di figura paterna per Armstrong. Addirittura quando “King Oliver” lasciò la città nel 1919, gli cedette il proprio posto di solista all’interno dell’importante Creole Jazz Band.

È la sua grande occasione. Armstrong può mostrare a tutti il suo geniale talento. Dopo una serie di fortunate tournée, nel 1924 egli accetta l’invito di trasferirsi a New York per suonare nella Big Band di Fletcher Henderson; la band afro-americana più famosa a quei tempi. Per meglio integrarsi con gli altri componenti della band, Armstrong abbandonò la cornetta per passare alla tromba. Condizionato però dalle pressanti richieste della moglie – Daisy Parker, sposata nel marzo del 1918 – egli dopo soltanto un anno fa rientro a New Orleans. La Grande Depressone però travolse tutto, anche il magico mondo del jazz. Il celeberrimo Cotton Club chiuse, la band di Henderson andò in pezzi, Joe Oliver annaspava; e tanti altri grandi non se la passavano meglio. L’unico che invece riuscì a sopravvivere al buco nero che parve aver inghiottito l’America fu proprio Armstrong.

https://www.youtube.com/watch?v=gDrzKBF6gDU

Da solista egli ha trasformato il jazz, fino a renderlo una delle più alte espressioni della musica contemporanea. Sul finire degli anni ’30, Satchmo – così com’era affettuosamente chiamato – era divenuto ormai l’ambasciatore del jazz nel mondo. Con la sua presenza carismatica ha contribuito a rompere ogni barriera razziale, diventando una delle prime star di colore. Fu finanziatore di Martin Luther King jr. e feroce critico del presidente Eisenhower, reo di non fare nulla per risolvere il conflitto razziale dilagante nel paese. Fu finanche attore. Dopo aver girato in lungo ed in largo il mondo, i suoi ultimi anni li passa però nella sua casa del Queens, a New York, dove muore il 6 luglio 1971 affidando ai posteri un incommensurabile lascito artistico!

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