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Lockdown: lecito fino a che punto?

Lockdown, confinamento, misura per preservare la salute pubblica, termine spesso tradotto, per analogia, anche come coprifuoco, più propriamente esso è un protocollo d’emergenza che impone restrizioni alla libera circolazione delle persone per diverse ragioni, siano esse relative alla salute, o inerenti a questioni di pubblica sicurezza.

È lapalissiano che solitamente, tali misure vengano imposte in situazioni di emergenza da parte delle autorità, al fine di proteggere la popolazione. Lockdown è però anche quel particolare processo che vede il confinamento di più persone all’interno di una struttura o in una determinata area, preventivamente individuata e circoscritta. Il lockdown è una quarantena? No, si differenza da essa in quanto quest’ultima risulta essere un modo più strettamente volto a separare e limitare i contatti tra persone che sono state esposte a una malattia e sono a rischio di trasmetterla. Le misure di confinamento sono restrizioni più generali e diffuse alla circolazione, al lavoro e ai viaggi di tutte le persone in una città, regione o Paese.

Ultimamente l’Italia, così come altri Paesi, ha vissuto una chiusura totale, che è stata in grado di arrestare per diversi mesi tutte le attività, a meno di quelle essenziali, con forti ripercussioni sulla psiche umana e sull’ideologia comune. Il 2020 è ormai divenuto un terminus ante quem per quanto riguarda la storia mondiale, sia per quanto riguarda consuetudini e abitudini private, che per quanto riguarda la realtà più vicina a noi e materialmente tangibile, basti pensare all’organizzazione della scuola, che in pochi mesi ha subito un cambiamento, necessario, e radicale dal profondo della propria struttura.

Il covid lascerà sicuramente tracce di se per molto tempo, tempo che sarà necessario affinché ognuno di noi possa tornare alla propria normalità.

La clausura forzata plurimensile ha già lasciato traccia, ad esempio, nella cultura di massa, grazie alla band britannica Rolling Stones, che il 23 aprile 2020, ha pubblicato online il singolo Living in a ghost town, primo brano inedito dal 2012, scritto e composto nell’anno precedente, ma pubblicato in occasione delle misure di contenimento applicate durante la pandemia .

Life was so beautiful, then we all got locked down, feeling like a ghost, living in a ghost town

La vita era così bella, poi siamo stati tutti reclusi, mi sento come un fantasma, che vive in una città fantasma

Considerando più nel profondo il senso e le conseguenze del lockdown si è giunti ad una questione etica molto importante, ossia quanto sia lecito limitare in tal maniera la libertà dell’uomo.

Senza scendere nel particolare, si ricordi che è prevista la possibilità per le istituzioni, nei casi e nelle modalità dettate dalla legge, di limitare la libertà del popolo in situazioni di pericolo, il discorso etico resta sul piano della mera immaginazione…oppure no.

Infatti, la Corte di giustizia di Madrid ha annullato le misure restrittive del governo.

La questione etica è infatti venuta fuori da quella dimensione immateriale, fino a raggiungere la Corte superiore di giustizia di un tribunale di Madrid, che ha praticamente bocciato la decisione di delle autorità di chiudere Madrid e altre nove città della Comunità per frenare la diffusione del Covid.

Le motivazioni sposte da parte del tribunale, la decisione del governo colpirebbe “i diritti e le libertà fondamentali”.

Il ministero della sanità in Spagna aveva addirittura imposto misure più severe rispetto a quelle disposte dalla municipalità di Madrid col fine ultimo di contenere i contagi da coronavirus, a fronte di un tasso di contagi più che triplo rispetto al resto del Paese. Questo lockdown parziale è entrato in vigore venerdì sera interessando circa quattro milioni e mezzo di abitanti.

Non è considerabile come un vero e proprio lockdown perché, difatti, non obbliga i cittadini a restare confinati in casa, ma semplicemente si limita a ricalcolare la possibilità di movimento, circoscrivendo quest’ultima al solo Comune di residenza, a meno che non ci fossero validi motivi per oltrepassare i confini comunali, come quelli di lavoro, studio o salute.

Immediatamente è stata respinta, e con molto vigore, da parte della presidente della Comunita’ di Madrid Isabel Diaz Ayuso la quale aveva denunciato la situazione parlando di strapotere. È stata la prima a presentare un ricorso in tribunale.

Ad oggi la Corte Superiore di Giustizia considera illegittime le decisioni prese dal governo centrale, nonché le relative sanzioni. La motivazione? Queste misure ledono “i diritti e le libertà fondamentali”, intendendo anche il diritto fondamentale alla libertà, raccomandando l’adozione di misure concordate per la tutela della salute pubblica.

Il quesito adesso si sposta su un piano ancora più astratto, è lecito considerare misure legalmente attuabili al fine di limitare i danni di un disastro mondiale come lesione di diritti fondamentali?  

Emanuele Marino
Emanuele Marino
Giornalista pubblicista, nonché studente universitario iscritto alla facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II