L’interruzione di gravidanza è una prestazione veterinaria richiesta in caso di accoppiamenti indesiderati, per vari motivi, del proprio animale da compagnia. Le opzioni per praticarla sono di tipo medico o chirurgico.
La diagnosi di gravidanza può essere effettuata mediante prelievo ematico (attorno ai 30 giorni dall’accoppiamento), esame ecografico (a circa 25 giorni) o radiografico (a partire dai 45 giorni). E’ tuttavia da considerare che le terapie per l’induzione dell’aborto possono comunque essere effettuate precedentemente anche sulla base del solo sospetto di avvenuta fecondazione.
I farmaci utilizzati per l’induzione dell’aborto sono sostanzialmente dei competitori del progesterone nell’occupazione dei recettori ad esso destinati, avendo con questi maggiore affinità. In assenza di progesterone l’utero non è in grado di favorire l’impianto degli embrioni. Secondo le diverse tempistiche di somministrazione si determinerà il riassorbimento degli embrioni nel caso di terapia effettuata entro i 25 giorni dall’accoppiamento. Diversamente, si osserverà l’espulsione dei feti pochi giorni dopo.
E’ sempre opportuno effettuare 7-10 giorni dopo la somministrazione del farmaco abortigeno un’ecografia di controllo per valutare l’effettiva assenza di embrioni o feti e le condizioni della mucosa dell’utero che in alcuni casi può essere interessato da fenomeni infiammatori o settici come l’endometrite e la piometra.
Dopo somministrazione del farmaco nella cagna il calore normalmente si ripresenta dopo 1-3 mesi mentre nella gatta entro pochi giorni.
Attualmente la molecola più utilizzata per l’interruzione farmacologica di gravidanza è l’aglepristone, somministrata mediante due iniezioni a distanza di 24 ore effettuate sotto stretto controllo veterinario per la gestione di eventuali, seppur rare, reazioni avverse.
La terapia chirurgica viene scelta prevalentemente per provvedere in sede di intervento alla sterilizzazione mediante asportazione di ovaie ed utero. Quest’ultimo, ovviamente, contenendo il prodotto del concepimento si presenterà di maggiori dimensioni e vascolarizzazione; ciò comporta un lieve aumento del rischio chirurgico ed un aumento dei tempi e dei costi della prestazione.