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L’economia italiana fatica a riprendersi, a nord e sud di pari passo

Il nord si aziona per far girare l’economia del paese, ma il recupero è parziale.

Il blocco lavorativo imposto dalla situazione di emergenza dovuto al covid ha imposto una battuta d’arresto tremenda all’economia mondiale, oggi la situazione sta via via migliorando ma la ripresa economica fatica a riprendere.

L’economia italiana grazie ai sussidi e in particolare all’utilizzo dello smart working, è riuscita a non affossarsi completamente, la situazione è quasi di pari livello sia al Nord che al sud, ma purtroppo non è uguale alla situazione pre pandemica.

“… la partecipazione al mercato del lavoro ha mostrato un parziale recupero nella prima metà del 2021, più intenso nel Mezzogiorno, pur rimanendo su valori inferiori a quelli pre-pandemici“.

Il nord è quello che più di tutti aveva accusato pesantemente l’avvento del Covid, con i dati rilevati da Bankitalia si evince che la ripresa procede ma non crea quella differenza che c’era prima del Covid con l’economia del meridione.

Il problema del Meridione a quanto pare è la difficoltà di stare al passo con gli altri, riscontrando un problema nel digitalizzarsi, questo rispetto alle altre regioni del paese, in particolare nel ricorso all’home banking e all’utilizzo dei pagamenti digitali.

Prossimamente le misure del Pnrr per lo sviluppo del digitale saranno cruciali per colmare il ritardo delle regioni del Sud su tutti gli indicatori, in un paese che è peraltro al venticinquesimo posto su 28 paesi nell’indicatore generale e all’ultimo per le competenze digitali.

Le condizioni del mercato del lavoro mostrano segnali di miglioramento. Nei primi otto mesi dell’anno le posizioni lavorative nel settore privato non agricolo sono aumentate ovunque, soprattutto nella componente a termine del Centro Nord e nel comparto turistico del Mezzogiorno”. “Anche la partecipazione al mercato del lavoro ha mostrato un parziale recupero nella prima metà del 2021, più intenso nel Mezzogiorno, pur rimanendo – prosegue lo studio – su valori inferiori a quelli pre-pandemici”. A luglio poi, “con la scadenza del provvedimento di sospensione delle cessazioni promosse dal datore di lavoro, il tasso di licenziamento e’ moderatamente salito – si legge – soprattutto nel Mezzogiorno, per poi tornare in agosto su livelli contenuti in tutte le aree”.