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Le proteste dei lavoratori dello spettacolo: un grido comune

La proteste dei lavoratori dello spettacolo, un settore in lenta ripresa che però è ancora caratterizzato da varie difficoltà, si fa sentire più che mai, anche a Napoli.

Mondo dello spettacolo: Protesta a Napoli

Il Coronavirus ha innescato una serie di problematiche, alcune delle quali latenti e mai affrontate. I lavoratori del mondo dello spettacolo sono scesi in piazza questa mattina, di fronte al Teatro Mercadante di Napoli, chiedendo più tutele.

Il Teatro Mercadante è uno dei simboli della cultura partenopea, e spiegano i lavoratori dello spettacolo: “Questo è uno dei motivi che li ha spinti a protestare proprio lì”.

Chiedono più tutele, trattandosi di lavoratori “atipici”, servirebbe una legge che permetta ad ogni attore, artista, cantante, e altri ancora, di sopravvivere. 

Sarebbe opportuno, chiedono gli artisti, superare il sistema dei bonus rivelatosi insufficiente, da sostituire con una riforma strutturale degli ammortizzatori sociali; a ciò si aggiunge anche l’attuazione di una riforma totale del settore che tuteli non solo grandi enti e aziende ma anche i lavoratori e le lavoratrici appartenenti alla categoria.

La necessaria convivenza con il virus pone la questione della sopravvivenza di un settore che in Italia vale moltissimo; non un orpello, niente che possa considerarsi superfluo, ma un lavoro vero e proprio. 

Il “grido” dei lavoratori dello spettacolo, le proteste in varie parti d’Italia, denotano un forte bisogno di cambiamento, soprattutto dopo un anno particolarmente difficile. 

Questo cambiamento richiede il riposizionamento dei lavoratori nel corso della carriera lavorativa e a processi di formazione permanente e di riqualificazione professionale.

È una evoluzione che riguarda tutta la socierà, ma ha trasformato totalmente la posizione sociale (e la vita) del lavoratori, in questo caso appartenenti al mondo dello spettacolo.

La cultura ha bisogno di ripartire: proteste in varie parti d’Italia

L’arte continua ad essere viva negli occhi e nel cuore di chi la professa ogni giorno, di quanti recitano nei teatri ancora semi-vuoti, dei musicisti, cantanti, che chiedono aiuti concreti.

Un settore in ginocchio, come tanti altri, protagonista indiscusso di una fase di stallo senza eguali.

Il teatro, il mondo della cultura, il comparto musicale, sono realtà essenziali di una società che ha smesso di vivere appieno. 

Ricordiamo che per ogni spettacolo, un concerto, una esibizione teatrale, vi sono tantissime persone che collaborano e lavorano. La maggior parte di loro opera dietro le quinte; lontano dai riflettori, a causa della pandemia stanno perdendo l’unica fonte di sostentamento.

Una precisazione importante e soprattutto dovuta, riferita a quanto detto, riguarda l’aspetto umano di questi artisti che, ricordiamo, non recriminano solo uno stipendio, ma chiedono con fermezza di poter svolgere il proprio lavoro, con quella passione che da sempre è lì a motivarli.

Col Covid purtroppo è aumentata la percentuale di povertà e sempre più persone faticano persino a mangiare. La protesta dei lavoratori del mondo dello spettacolo, sottolinea l’importanza di ogni settore della società, ricordando che non esistono settori più importanti di altri. 

Il rischio, tra gli altri, è quello di impoverirsi anche culturalmente, finendo in un baratro senza fine, dal quale poi sarà difficile risalire.

Le proteste, oggi dei manifestanti di Napoli, quelle dei giorni scorsi in altre parti d’Italia, sono sintomi di una società “malata” non solo a causa del Covid-19, ma anche in virtù delle troppe problematiche prese sottogamba o semplicemente affrontate nel modo sbagliato.

Proprio osservando lo sguardo così intenso e vivo di ogni lavoratore del mondo dello spettacolo, si può comprendere l’importanza della cultura per la fase di rilancio dell’identità nazionale.

Il mondo dello spettacolo in toto rappresenta un patrimonio di competenze, contenitori culturali e reti sociali che ha contribuito in modo decisivo alla crescita del nostro Paese, da Nord a Sud senza differenza alcuna.

Quanti manifestano, in varie parti del Paese, potranno avere accenti e volti diversi, come è normale che sia, ma il messaggio è sempre il medesimo: fare qualcosa per il mondo dello spettacolo, per far sì che esso non affossi, perdendo gradualmente senso e spessore.