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Le origini del corallo rosso di Torre del Greco

Il corallo rosso, una pietra preziosa e antica.

La sua storia è legata a numerose leggende. La più nota è quella riportata da Ovidio: secondo la mitologia, esso nacque dal sangue di Medusa nel momento in cui fu decapitata da Perseo. Medusa, come le altre Gorgoni, possedeva la capacità di pietrificare con lo sguardo, motivo per cui il suo sangue, a contatto con la schiuma dell’acqua di mare, pietrificò alcune alghe, tingendole di rosso e trasformandole in corallo.

Alcuni ritrovamenti, risalenti all’età preistorica, confermano che questa pietra rossa è da sempre considerata un bene di lusso ed è utilizzata per ornare oggetti. In epoca romana era impiegata come medicinale: secondo le antiche credenze, la polvere del corallo grezzo serviva a prevenire le crisi epilettiche, gli incubi e i dolori della dentizione nei bambini. Nel Medioevo possedeva la funzione di amuleto specifico dell’infanzia contro il demonio.

E’ solo nel 1400 che la destinazione e l’uso del corallo iniziarono a cambiare: pescato in grosse quantità, fu utilizzato, in un primo momento, per la realizzazione di oggetti sacri, successivamente per creare gioielli e oggetti raffinati, destinati alle corti italiane e spagnole. A ricoprire un importante spazio nella lavorazione del corallo fu Torre del Greco, il paesino alle falde del Vesuvio che, grazie alla pesca e alla lavorazione di questa pietra rossa, divenne nel tempo il più importante polo mondiale per la lavorazione e produzione di corallo.

Si racconta che i torresi, a bordo delle loro coralline, raggiungessero i floridi mari della Corsica, della Sardegna, della Sicilia, dell’Algeria e della Tunisia, in cerca della preziosa “spugna d’oro” del Mediterraneo. Originariamente, però, gli abitanti di Torre erano solo in grado di pescare il corallo, ma non di lavorarlo. Fu il genovese Bartolomeo Martin, molto abile nell’incidere i cammei, che, partito dal porto di Marsiglia per sfuggire alla crisi della lavorazione del corallo provocata dalla Rivoluzione Francese, giunse a Torre del Greco. I torresi compresero sin da subito le grandi capacità del Marsigliese (così chiamato dalla gente del porto) e decisero di creare ed affidargli il primo laboratorio per la lavorazione dei cammei in corallo e su conchiglia.

Ad influire sul destino della città, che da quel momento si trasformò in un importante centro produttivo del corallo, fu, però, un incontro amoroso. Una leggenda narra che il Marsigliese, trovandosi al porto per concludere una vendita di corallo, incrociò lo sguardo di una bellissima ragazza, sorella di un pescatore, della quale s’innamorò follemente. Per questo motivo decise di abitare definitivamente nel paese vesuviano e, nel 1805, chiese a Ferdinando IV di Borbone il permesso di aprire a Torre del Greco la prima fabbrica di produzione del corallo.

Da quel momento, l’oro rosso iniziò ad essere richiesto non più per la realizzazione di oggetti sacri, ma per la produzione di elementi decorativi e oggetti di uso comune. Con il tempo e la nascita della Scuola d’Incisione sul Corallo e di Disegno artistico industriale (dove oggi vengono formati i giovani all’arte dell’incisione), Torre del Greco è divenuta “la capitale mondiale del corallo”.