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giovedì, 28 Settembre 2023

Lavoratori dello spettacolo manifestano contro la chiusura

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In un momento difficile e particolare per il nostro paese, cresce il dissenso del popolo. In questo caso a mobilitarsi sono stati i lavoratori dello spettacolo, che si sono riuniti nelle piazze delle varie città d’Italia, contestando la decisione di chiudere cinema e teatri, contenuta nell’ultimo DPCM.

Il motivo della protesta è la percezione di una grande ingiustizia, ma soprattutto, a detta dei lavoratori, una chiusura del tutto ingiustificata, dopo gli enormi sforzi compiuti negli scorsi mesi, investendo anche numerose risorse economiche.

Inoltre c’è da dire che una reale apertura dei teatri non c’è mai stata. Infatti l’80% di essi sono rimasti chiusi, in quanto un’apertura con restrizioni non avrebbe consentito una ripresa del settore. Chi invece ha aperto lo ha fatto in minima parte (per esempio massimo 200 spettatori su 1500/2000 di capienza massima).

I lavoratori dello spettacolo protestano contro la chiusura totale delle loro strutture, anche perchè la possibilità di contagio risulta praticamente impossibile, considerando che tra il pubblico c’era la giusta distanza (molto più del dovuto). Obiettivo delle manifestazioni è la richiesta di un aiuto concreto al settore, proposte e garanzie per il futuro.

Il ministro per i beni culturali, Dario Franceschini, si dissocia dai movimenti di protesta ed esprime il proprio punto di vista attraverso un video-messaggio: Ho ricevuto molti attacchi. C’è preoccupazione, ma sono diretto: penso non si sia percepita la gravità della crisi, non si è capito a che punto siamo. La curva dei positivi è in costante aumento. La decisione è stata dettata dalla necessità di ridurre la mobilità. Mi impegno affinchè la chiusura sia più breve possibile. La responsabilità? Me l’assumo completamente. Sarà il tempo a dire se sia stata la scelta giusta o sbagliata”.

Infine, il ministro offre una misura temporanea: “Stiamo lavorando sulla piattaforma della cultura italiana per trasmettere in streaming gli spettacoli. Ovviamente si tratta di una soluzione temporanea, di integrazione. L’intenzione non è quella di sostituire il contatto diretto con il pubblico. Sto cercando di fare il mio dovere e dobbiamo impegnarci tutti su questo”.

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