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L’attivista di Wuhan che indagò sul Covid-19

Amnesty International è un’organizzazione internazionale impegnata nei diritti umani.
Questa organizzazione ha cercato di spingere e sollecitare le autorità cinesi a rilasciare l’attivista di Wuhan che indagò sul Covid-19.

L’attivista Zhang Zhan è stata condannata a quattro anni di carcere.
Zhan è stata la  giornalista che tra le prime ha raccontato dello scoppio della pandemia da Covid-19 nella città di Wuhan.

Condannata a 4 anni di carcere nel novembre del 2020. Nei mesi successivi l’attivista è stata alimentata a forza. Segnata dalla debolezza si presenta al processo, senza riuscire a stare in piedi. L’attivista di Wuhan a causa delle sue gravi condizioni di salute è stata ricoverata. 

Dopo l’assistenza in ospedale è ritornata in carcere. La giornalista e attivista Zhang Zhan non molla, anche in carcere continua la sua protesta. Rimanendo fedele ai suoi valori.

Zhan è un ex avvocata, cittadina di Wuhan e una giornalista e attivista.
La sua unica “colpa” è quella di essersi recata a Wuhan per indagare sullo scoppio della pandemia. E attraverso i social media aveva poi denunciato le autorità che avevano arrestato reporter indipendenti e avevano spaventato le famiglie di pazienti con Covid-19, tutto per il silenzio.

L’attivista che voleva avvisare, informare, fare il bene della collettività è stata accusata ed incriminata per “aver seminato discordia e causato problemi.”

L’attivista di Wuhan non può comunicare con la sua famiglia, nè parlare con il suo avvocato. Le sono concessi solo rari contatti telefonici costantemente e profondamente sorvegliati.

Il 30 ottobre il fratello di Zhang Zhan, scrive su Twitter: “Non credo che vivrà molto a lungo. Se non ce la farà a superare l’inverno, spero che il mondo la ricorderà per ciò che è stata.”  Zhan è un ex avvocato, una giornalista, un’attivista, ma in primis è una donna di 38 anni.

L’appello che lancia Amnesty International è forte e chiaro:” Rischia di morire se se non viene rilasciata urgentemente per ricevere cure mediche.”