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Latitante del clan D’alessandro si consegna alle autorità

Ieri, nel tardo pomeriggio, è pervenuta la notizia della decisione finale di un esponente del clan D’alessandro: Giovanni D’alessandro si è consegnato, di sua spontanea volontà, alle autorità.

Recatosi presso il carcere di Larino, in provincia di Campobasso, il quarantasettenne, sfuggito, in precedenza, a un blitz, ha posto fine al suo periodo da latitante.

I fatti

Lo scorso 3 giugno, il gip di Napoli aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare per 29 individui. Questi ultimi erano coinvolti nelle sporche vicende dei clan D’alessandro e Alfetra-Di martino.

Le loro attività illecite avevano come sfondo le località di Castellamare e dei Monti Lattari.

Giovanni D’alessandro era, quindi, uno dei membri dell’associazione dei D’alessandro.

Dopo essersi sottratto al blitz, i carabinieri del nucleo di Torre Annunziata hanno continuato ad investigare sul suo conto e a dargli la caccia, mettendo con le spalle al muro il latitante.

Viste le circostanze, il ricercato ha allora stabilito di autoconsegnarsi alle forze dell’ordine. I militari hanno subito notificato il provvedimento restrittivo nei suoi confronti.

A giudicare dalle inferenze di coloro che hanno indagato sul caso, l’uomo sarebbe stato a capo, assieme ad altri soci, di un intero mercato di stupefacenti. Le sostanze allucinogene erano acquistate e vendute nei comuni stabiesi e nei comuni della penisola di Sorrento.

La fine del clan

Le indagini erano partite nel luglio del 2017 e, in data 3 giugno 2020, gran parte dei principali esponenti sono stati arrestati.

I reati comprendevano detenzione al fine di spaccio, traffico illegale di stupefacenti e uso della forza intimidatrice derivante dall’appartenenza ai due clan camorristici.

L’operazione prese il nome di domino e Giovanni era uno dei pochi componenti che era riuscito a darsi alla fuga, durante l’incursione notturna delle pattuglie.

La famiglia D’alessandro era nota a tutti sin dagli anni ’70, quando cominciò a imporre il suo dominio anche su diverse imprese, per mezzo di crimini come l’usura, l’omicidio e il riciclaggio.