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Pisani: Quando l’amore dell’anziano si fa sacro!

Lo stimatissimo amico, nonché artista e poeta, Raffaele Pisani, ha voluto omaggiare il XXI Secolo con il suo ultimo capolavoro, riguardante il tema dell’amore.

La sua testimonianza, raccolta all’interno della lettera da egli stesso fattaci pervenire, è esempio del romantico sentimento, sbocciato in una generazione leggermente distante da quella moderna, alla quale sembra quasi voler consigliare riguardo un tema così caro e sempre vivo.

La giornata odierna risulta essere l’ideale per la pubblicazione di un’opera dalla tale elevatezza tematica, che ancora oggi risulta essere centrale e, paradossalmente, allo stesso tempo  marginale, quella dell’amore.

QUANDO  L’AMORE DELL’ANZIANO  SI FA SACRO!

L’amore di noi anziani è sacro. Più il tempo passa, più il corpo traballa come un fuscello al vento, più hai bisogno d’un passamano a cui appoggiarti, una panca per riposarti e un bastone per aiutarti a camminare… più l’Amore diventa sacro e forte e ancora ci dà la voglia di sognare e di fare progetti. Più l’amore diventa anziano più ci rinnova il piacere di guardare avanti e trovare la forza necessaria per affrontare e cercare di superare le cose che non vanno, a cominciare dalle ingiustizie di quella parte di società che si mostra insensibile alle necessità di chi è avanti con gli anni. Spesso mi domando come mai l’uomo che arriva sulla luna e programma la conquista di Marte poi si fa “piccolo piccolo” e stabilisce che l’anziano non ha più alcun diritto di guardare al futuro e che il vecchio non ha più né un cuore né un corpo per continuare ad amare.

Io e te, Francesca, amorevolmente caparbi e spudoratamente decisi a non mollare, continuiamo ad onorare la nostra meravigliosa favola amandoci e coinvolgendo nella sacralità dell’armonia – creata soprattutto dalla semplicità della nostra vita quotidiana – tutto ciò che ci circonda, e anche oltre. Siamo diventati vecchi ma sempre tenendoci per mano. Più gli anni passano e si accumulano alle nostre spalle, più diventiamo una sola anima, un solo cuore, un solo corpo. Da quella magica mattina del 23 maggio 1981 che ci fece incontrare ad Anzio, il grande miracolo dell’amore donatoci dal Signore continua a farci attrarre come due magneti.

Sono passati 38 anni da quell’emozionante incontro a Catania del 28 luglio (era trascorso appena un mese dal nostro primo incontro ad Anzio) quando venni per la prima volta nella tua città. Mi aspettavi alla stazione. Eri vestita di bianco. Una lunga treccia nera ti faceva ancora più bella. Sentivo nella mia anima che ci saremmo amati senza limiti e senza confini. Così è stato. Quella mattina nascevamo tutti e due a nuova vita.

Oggi, settantotto anni io, settantacinque tu, ancora continuiamo a vivere la nostra unione con la stessa tenerezza dei primi giorni. E’ pur vero che ci sono stati, e ci saranno, momenti di qualche incomprensione, però l’amore continuerà ad avere il sopravvento. Basta una carezza, un fiore (anche raccolto nell’angolino d’un marciapiede), un panino preparato da me o da te e mangiato seduti su di una panchina del lungomare godendoci il magico splendore della luna piena o su di un sedile lungo le strade che portano verso l’Etna affascinati dal ricamo di miliardi di stelle. Siamo a cinema? E il bracciolo che separa le due poltroncine si fonde con il tuo braccio sinistro e il mio destro. Siamo in macchina? E la tua mano è poggiata sul mio ginocchio. Non perdiamo occasione per regalarci un sorriso e continuiamo a trasmetterci l’un l’altro, sempre, fiducia e comprensione e, soprattutto, la certezza che tu fai parte di me ed io di te e nessun altro/a avrà mai la possibilità di intrufolarsi e scalfire, anche minimamente, una unione nata per durare. E quando qualcuno mi domanda qual è il segreto d’una unione così serena, gli rispondo parlandogli delle emozioni

che ancora mi regalano i tuoi sguardi che ancora oggi mi fanno sentire come lo studentello esultante per la conquista della sua prima fidanzatina. E ti amo perché mi hai liberato dall’oscurità che avvolgeva e soffocava i miei pensieri, le mie speranze, i miei sogni, perché mi hai aiutato a saper meglio discernere i valori veri della vita dalle false conquiste, la comprensione dall’intolleranza, l’eleganza dalla volgarità. E ti amo perché sai guardare con indulgenza alle mie debolezze portandomi – senza far vedere – a considerarle come gradini per crescere. E ti amo per tutto ciò che mi dai, ma sopra ogni cosa perché hai raccolto con la tua delicatezza il mio cuore bambino che le tristi vicende della vita mi avevano rubato e poi gettato via, lo hai curato con la purezza dei tuoi sentimenti, lo hai riempito del tuo amore e me lo hai ridato.

Sì, non lo nascondo, il mio passo è più lento, la mia vista è meno chiara, l’udito un po’ scarso… ma i miei pensieri sono lucidi e pronti così come è sempre vivo il desiderio di te e la gioia delle tue carezze. Ti amo e continuo a dirti che sei il più grande dono che il Signore potesse farmi. E ti amo perché, da quel magico 23 maggio 1981, hai riportato nei miei occhi la riscoperta dell’emozione di un amore che non ha mai ceduto alla noia né si è mai piegato alla consuetudine, tutt’altro! Un amore che vive di meraviglie sempre nuove che ancora ci fanno volare e sorridere alla vita! Tutto questo grazie principalmente a te!

Il tuo Raffaele

San Valentino 2019″

Dichiarazione stupenda d’amore eterno rinnovata ad ogni lettura. Un’amore protetto da sani valori, fondato su imperturbabili principi, molto differente dall’ideale moderno.

La redazione del XXI Secolo ringrazia lo stimatissimo amico, cogliendo l’occasione per augurare a lui, nonché a tutti i lettori, una felice e serena festa di San Valentino all’insegna dell’amore.

Emanuele Marino
Emanuele Marino
Giornalista pubblicista, nonché studente universitario iscritto alla facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II