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L’addio di De Rossi è la fine del calcio romantico

Un addio doloroso, struggente, quello di Daniele De Rossi, che lascia la Roma dopo 19 anni. Una separazione non voluta dal calciatore, bensì dalla presidenza. Daniele infatti continuerà la sua carriera, sicuramente all’estero, ma certamente non sarà la stessa cosa.

Un saluto che pone fine alle bandiere nel mondo del calcio, uno sport che pende sempre più verso il business a discapito del sentimento e delle emozioni.

Un processo che è cominciato con l’addio di Paolo Maldini nel 2009, per lui una vita di solo Milan, una carriera condita da vittorie che restano indelebili nella mente dei tifosi.

Poi è toccato ad Alex Del Piero, 19 anni di Juventus, durante i quali è cresciuto umanamente e professionalmente. Da brividi il giorno del suo addio nel maggio 2012 allo Juventus Stadium (oggi Allianz Stadium).

Nel 2014 è stata la volta di Javier Zanetti, esempio di grande lealtà e sportività, capitano dell’Inter più forte di sempre, quella del Triplete.

Poi è toccato a Francesco Totti, 2 anni fa. Probabilmente il giocatore che più di ogni altro è riuscito a creare un collegamento pazzesco tra sé stesso e la sua gente, tant’è vero che viene soprannominato dai propri tifosi “l’ottavo Re di Roma”.

Infine Daniele De Rossi, amato ed osannato quasi al livello di Totti, colui che aveva raccolto la pesante eredità dell’ex capitano. Gladiatore fuori e dentro al campo, i tifosi si rispecchiavano in lui.

Sono questi i grandi campioni che hanno lasciato il segno, coloro che  ci hanno fatto sognare ed hanno accompagnato diverse generazioni. Se vi siete commossi ai loro addii non vergognatevi, semplicemente perché loro sono il calcio e vanno salutati con la stessa passione che hanno dimostrato nel corso di tutti questi anni.

Grazie di tutto campioni!