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La tiktoker e il figlio scappato, scoppia un caso a Napoli

E’ diventato un caso che infiamma i social quello di una popolare tiktoker napoletana che ha denunciato la fuga del figlio minorenne da una comunita’ alla quale era stato assegnato dai servizi sociali del Comune di Napoli.

In uno dei suoi video, la donna – con un passato turbolento (“ho fatto delle pazzarie”), dal quale afferma di stare uscendo – si chiede come sia stato possibile che il ragazzo sia scappato e chiede di sapere dove sta, anche se poi dice di essere comunque in contatto con lui e che sta bene.

Riguardo all’allontanamento dalla famiglia, spiega che il ragazzo era seguito dai servizi sociali perche’ non andava a scuola e ammette che lei lo trascurava: poi sarebbero subentrati altri problemi ed il figlio e’ stato portato via, ma lei non pensava che andasse a finire cosi’.

“In comunita’ non stava bene, cominciava ad avere problemi psicologici”, aggiunge la donna, chiedendo il sostegno di tutti i suoi numerosi followers. Alla donna ha risposto in serata, su Facebook, Luca Trapanese, “come padre” e soprattutto come assessore alle Politiche sociali del Comune di Napoli, difendendo con forza l’operato dell’assistente sociale che si e’ occupata per anni del figlio della tiktoker.

“Si tratta – ha detto – di un caso molto delicato, complesso, difficile, che ha visto piu’ volte segnalazioni della procura dei minori e che ha visto piu’ volte l’assistente sociale impegnata a proporre soluzioni alternative alle situazioni precarie di quella famiglia, soluzioni purtroppo mai considerate”. “La verita’ che vediamo sui social – ha aggiunto Trapanese – non e’ la verita’.

Quello che ci viene raccontato da una madre che prova dolore e’ la sua verita’, ma la situazione e’ molto piu’ complessa e non possiamo raccontarla perche’ c’e’ un segreto professionale, c’e’ la privacy.

Ma quando un tribunale toglie un minore alla famiglia e’ perche’ si sono provate tante strade e quelle strade hanno fallito.

Non e’ l’assistente sociale che decide di togliere un minore alla famiglia, ma e’ un’azione congiunta, del tribunale dei minorenni, della procura e dei servizi sociali, un’azione decisa quando non ci sono proprio alternative”.

“Noi ci appelliamo a questa famiglia, alla collaborazione”, aggiunge l’assessore. “Il ragazzo e’ scappato dalla comunita’ ed e’ stato sicuramente aiutato, ma deve tornarci perche’ la legge e’ uguale per tutti.

E’ importante che ritorni e che la famiglia collabori, perche’ questa situazione puo’ migliorare affidandosi alle istituzioni, bisogna vedere nei servizi sociali non dei nemici, ma dei professionisti che tengono al benessere dei nostri figli e delle nostre famiglie”.

(ANSA).