Sulla Terra convivono circa 8 milioni di persone, il dato è stato riferito dal servizio stampa delle Nazioni Unite, citando i calcoli dell’organizzazione mondiale.
Gli abitanti dei Paesi del mondo aumentano a dismisura, soprattutto in alcune zone, anche se i dati evidenziano che nei prossimi anni la curva demografica fletterà radicalmente; alcune aree rischiano di spopolarsi.
La popolazione mondiale ha impiegato 12 anni per crescere da 7 a 8 miliardi e, secondo le stime, saranno necessari circa 15 anni, fino al 2037, per raggiungere i 9 miliardi, segno che il tasso di crescita complessivo della popolazione mondiale sta rallentando, dicono dal Palazzo di Vetro.
Il dato di fatto è che in questi anni la popolazione mondiale è aumentata, crescendo molto. La crescita è dovuta alla durata della vita umana, nettamente migliorata dal punto di vista igienico – sanitario, alimentare, sociale e medico.
In poche parole: la Terra offre più risorse e ciò ovviamente permette alle persone che popolano il mondo di vivere più a lungo.
Il boom demografico registrato dal servizio di stampa delle Nazioni Unite, è concentrato in otto Paesi, ma è in costante cambiamento, soprattutto in alcune aree.
La Terra: tra zone popolate e aree che rischiano di sparire
Più della metà dell’aumento previsto della popolazione mondiale fino al 2050 sarà concentrato in otto paesi: Repubblica Democratica del Congo, Egitto, Etiopia, India, Nigeria, Pakistan, Filippine e Repubblica Unita della Tanzania. Si prevede che i paesi dell’Africa subsahariana contribuiranno per più della metà dell’aumento previsto fino al 2050.
L’Italia, come gran parte della Vecchia Europa, ha al contrario un tasso di natalità negativo. Siamo fermi a 1,25 bambini per coppia. Un dato sconfortante, soprattutto perchè ciò dimostra che in Italia, probabilmente per ragioni di carattere economico, le nascite sono poche.
“La popolazione del nostro pianeta ha superato una nuova soglia. Questa pietra miliare mette nella giusta prospettiva il significato di questa conferenza sul clima”.
È quanto ha dichiarato di recente Convenzione sul clima a Sharm el-Sheikh in Egitto il segretario Generale dell’Onu Antonio Guterres.
Ricordiamo che l’aumento della popolazione, soprattutto in aree già affannate, come ad esempio i Paesi sottosviluppati, dove persistono da sempre una serie di problematiche di fondo, con il trascorrere del tempo creeranno problemi anche all’ecosistema.
La superficie terrestre ne risentirà, lo spazio a disposizione sarà sempre meno, così come il cibo a disposizione degli abitanti dei vari paesi del mondo. Già oggi le risorse consumate in media ogni anno sono superiori a quelle che il nostro pianeta riesce a creare.
In base a questi parametri, i rischi sono fondamentalmente tre:
1 – perdita di biodiversità;
2 – inquinamento atmosferico in netta crescita;
3 – il suolo mondiale è degradato e sempre più piccolo.
Ma quante persone può “ospitare” il mondo? È una domanda che gli studiosi di demografia e urbanisti si pongono costantemente, soprattutto in relazione a dati come quelli espressi dal servizio stampa delle Nazioni Unite.