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domenica, 4 Giugno 2023

Sfida capitale: Napoli, così non va!

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Alberto Russo
Alberto Russo
Collaboratore XXI Secolo. Laurea in Scienze Politiche e un sogno nel cassetto. Calciofilo romantico, ritiene che il giornalismo debba consistere nella capacità di andarsi a prendere le notizie direttamente nelle loro “case”, raccontando la realtà senza filtri né paure. Tra le sue passioni la giustizia, il cinema e la poesia, legge fin troppo perché crede sia il miglior modo per capire il mondo.

Mancava ed è sicuramente un bene che sia tornato il derby della capitale, che torna a valere oro o giù di lì, perché la Lazio con la sesta vittoria di fila comincia a far paura e la Roma che la scalza di un soffio di punto trema e non solo per la vicinanza dei cugini.

I giallorossi con tutta la pressione di questo mondo scendevano in campo a Cesena, dove i romagnoli non perdevano da quattro turni. A decidere il match è stato forse il calciatore più in discussione dell’ultimo periodo, tale Daniele De Rossi, il capitan futuro che ha cambiato ancora una volta il suo destino con la zampata vincente che regala un sorriso a Garcia dopo 40 giorni di sofferenza. Dopo la sosta nel sabato pre-pasquale ci sarà il Napoli, dove verrà giocato un altro pezzo importante di stagione.

L’Olimpico però era occupato dalla Lazio che ormai pare non volersi fermare più: sesta vittoria di fila e un volo spiccato da settimane che si fatica a capire se qualcuno potrà interrompere da qui a fine stagione. Per volare, appunto, ci vogliono le ali, quelle che Pioli mette in campo orgoglioso e che molti tecnici del campionato gli stanno invidiando: Felipe Anderson e Candreva, atipici e realizzativi, sorprendenti e decisivi, i due laziali ormai sono protagonisti di una stagione da incorniciare e il successo sul Verona per 2-0 porta ancora una volta le loro firme.

Al vertice la Juventus continua a vincere: 1-0 in casa contro il Genoa, l’unica squadra in campionato che finora era riuscita ad imporre la sconfitta agli uomini di Allegri quando, 19 giornate fa, la Roma vincendo a Cesena pareggiava i conti ed era dietro solo in virtù dello scontro diretto. Sembra passato un secolo. Ora Allegri deve pensare più a dosare le energie che a guardarsi le spalle, tra le magia di Tevez, che poi sbaglia un rigore, e distacco dalla seconda che non varia.

Il Napoli impatta in casa contro l’Atalanta in un match pieno di polemiche. Il gol del vantaggio bergamasco siglato da Pinilla è viziato dal fallo del cileno su Henrique, bravo poi Zapata quasi allo scadere a pareggiare il punteggio. Segno X che sa di ennesimo passo falso per gli uomini di Benitez, scivolati al momento al quinto posto e scavalcati anche dalla sorprendente Sampdoria di Sinisa Mihajlovic. Il serbo vince il derby fratricida con il suo maestro Mancini: bravi i doriani a sfruttare una punizione bomba del neo convocato azzurro Eder; per l’Inter tanto possesso-palla e diverse occasioni da rete, ma il gol non arriva e Thohir e soci sono costretti a registrare la nona sconfitta in campionato.

La Fiorentina si fa bloccare sul pari dall’Udinese, ma può essere relativamente felice per il ritorno al gol di Mario Gomez. Il tedesco è protagonista addirittura con una doppietta; difesa dei viola da rivedere, mentre bellissimo il gesto atletico con il quale Di Natale manda in rete Kone per il 2-2 finale.

Il Torino dimentica l’uscita dall’Europa League con un successo chirurgico al Tardini di Parma. La notizia però è l’espulsione del capitano dei ducali Alessandro Lucarelli, apparso nervoso a tal punto da litigare viso a viso con il direttore di gara Mariani.

Milan vincente nell’anticipo con il Cagliari, seppur con un rigore che di fatto non c’è: il fallo su Cerci avviene almeno un metro fuori dall’area. Nelle prossime due settimane Inzaghi potrà stare relativamente tranquillo, addirittura si riparlerà di lui ancora come l’attuale tecnico dei rossoneri.

Menzione finale all’Empoli di Sarri, una macchina autentica e felice che sta scrivendo una pagina di sport straordinaria. Nel successo con il Sassuolo (all’andata il match era stato votato come miglior partita del girone), c’è tutta la spensieratezza di un gioco votato alla fantasia più che ai nomi, con la consapevolezza che gli uomini di Sarri insieme si sentano invincibili ed originali. Il marchio di un tecnico sconosciuto ai più è la favola che almeno per ora è destinata a durare. Ben venga, sempre.

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