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La scuola in Italia non riparte. Ecco l’idea del Governo

L’Europa sta per ripartire. Da Maggio, nazioni come Francia e Germania, sono pronte a ritornare alla vita quasi normale con il rientro a scuola degli studenti e con la ripresa delle attività.
Per quanto riguarda l’Italia, (la prima a chiudere all’inizio di marzo per l’emergenza Coronavirus) sarà una riapertura a step, graduale e non per tutti. Insomma, una FASE 2 articolata, con polemiche da Nord a Sud. In particolare, per quanto riguarda il tema della scuola, il nostro Paese ha detto di no.

La Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, lo ha detto chiaramente: non si tornerà a scuola fino al prossimo settembre. Una decisione necessaria anche per dare tempo, al Ministero, di riorganizzare il ritorno sui banchi, in questo contesto di emergenza COVID-19.

Questo compito spetterà al tavolo tecnico, presieduto da Patrizio Bianchi, che assicura, fin da ora, risposte nel più breve tempo possibile sul quando e sul come si potrà rientrare in aula.

Per settembre, una delle ipotesi in campo è quella di un mix tra alunni in classe e a casa, con la didattica a distanza. Una soluzione che non piace ai sindacati, che spingono per partenze diversificate da regione a regione e per una dotazione straordinaria di organico, sia di docenti, sia di bidelli, con il ritorno in classe quando non ci sarà più alcun problema di contagio. Un’idea condivisa anche dall’Associazione nazionale presidi, che esclude lezioni con le mascherine e distanziamento sociale.

Patrizio Bianchi, professore ordinario di economia e politica industriale a capo della task force emergenziale, ribadisce che è una commissione tecnica di supporto al ministro e all’amministrazione. Sente l’urgenza di dare un supporto alla ministra, alle amministrazioni e alle famiglie, affinchè si possa ripartire serenamente.

Dunque, per avere risposte certe e sicure bisogna attendere il prossimo decreto, dove ci sarà  sicuramente un articolo dedicato alla scuola. Per quanto riguarda gli esami, ci sarà la possibilità di effettuare il colloquio orale, mantendo le giuste distanze. Qualora l’epidemia fosse ancora critica si opterà per l’esame online. Stessa situazione per esami universitari e tesi di laurea.