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La riserva naturale degli Astroni: storia e curiosità

Tra Napoli e Pozzuoli, si trova l’antica Riserva naturale degli Astroni.

La riserva è protetta ed ha l’ingresso e i versanti settentrionali del cratere, sotto la giurisdizione del comune di Napoli; mentre, la maggior parte del cratere è collocata a Pozzuoli.

Il sito costituisce l’intero edificio vulcanico ed è pari a 247 ettari.

Per quanto riguarda la descrizione del sito, ricordiamo che:

  • il perimetro del cratere è contenuto da un’antica muraglia, chiusa da due ruderi, ovvero Torre Lupara e Torre Nocera.
  • sul fondo, si trova un’antiquata struttura borbonica, oggi in abbandono, cioè la Vaccheria, che veniva usata dal re come edificio residenziale rurale signorile, adibito all’attività venatoria.

Poi, alla base del cratere troviamo tre laghetti:

  1. il lago Grande, che si estende per più di 1,5 ettari, usato dai Romani per cure termali
  2. il Cofaniello grande, lago che si estende per 0,1 ettari
  3. il Cofaniello piccolo, lago pari a 0,2 ettari.

Nel 16 secolo, la Riserva naturale degli Astroni divenne la tenuta reale di caccia di Alfonso I d’Aragona.

Così, fino all’800, la Riserva venne vissuta come riserva reale di caccia.

La riserva naturale degli Astroni fu aperta, per la prima volta, al pubblico da Ferdinando II, nel 1830.

Dopo la caduta del Regno delle due Sicilie, il sito passò sotto il controllo dei Savoia.

Essi attuarono nella tenuta una gestione più forestale, introducendo nuove specie arboree, che non erano tipiche del posto.

Il sito ebbe un ruolo importante anche nella Seconda Guerra Mondiale, in quanto fu occupata dai civili e dalle truppe alleate, che cercavano riparo dai bombardamenti.

Alla fine degli anni 70, la riserva naturale subì danni poichè vennero inseriti sul posto animali esotici, che modificarono la vegetazione e fu consentito l’accesso alle auto, che lasciavano molti rifiuti.

Attualmente, il WWF gestisce e tutela il sito naturale, organizzando visite guidate.