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La peste che sconvolse Napoli nel luglio del 1656

La peste del 1656 a Napoli fu un evento che mutò profondamente la storia e il volto della città.

La peste che colpì Napoli nel 1656 è stata oggetto di numerosi studi.

Si trattò infatti di un evento catastrofico che durò dalla primavera del 1656 fino all’8 dicembre.

Nel giorno della festa dell’Imma­colata Concezione, la città fu infatti dichiarata ufficialmente libera dalla peste.

L’epidemia lasciò un’eredità di circa 1.250.000 morti in tutto il regno di Napoli, con tassi di mortalità davvero elevati.

Libri, documenti, racconti e numerosi dipinti hanno cercato di illustrare quei mesi drammatici in cui ai contemporanei parve come il flagello divino annunziante la fine dei tempi.

Un esempio celebre è ancora oggi in parte visibile nell’affresco di Mattia Preti, Porta San Gennaro.

Al pittore fu infatti dato il compito di onorare la Madre di Dio, salvatrice di Napoli, affrescando le sette più importanti porte della città con immagini votive.

Erose dalle intemperie e danneggiate dal terremoto del 1688, di queste porte affrescate oggi resta come unica testimonianza quella di Porta San Gennaro.

Il dipinto presenta una chiara testimonianza di quei mesi drammatici in cui la peste colpì parte della penisola italiana, in particolare il viceregno di Napoli.

Al principio nessuno comprese cosa stesse accadendo, neppure i medici.

Con il passare dei giorni divenne un vero e proprio “contagio” per la rapidità e le modalità della sua diffusione, il morbo si propagò rapidamente in città e in tutto il Mezzogiorno.

Furono mesi terribili segnati da sofferenze dolorosissime per tutta la popolazione.

Circa la metà di essa venne spazzata via dell’epidemia senza pietà alcuna.

Fu così che, all’indomani della liberazione dalla pestilenza, venne stabilito un programma di affreschi ex-voto.

Una sorta di segno di ringraziamento da parte del popolo napoletano nei confronti dei Santi protettori.

Si parte dall’Immacolata col Bambino tra le braccia (la sua raffigurazione richiama al giorno della festa dell’Immacolata quando la città venne proclamata, dalla Deputazione della Sanità, libera da ogni sospetto di contagio epidemico).

Ad accompagnare la Madonna nell’intercessione per la salvezza di Napoli, intervengono altri santi legati alla peste o comunque protettori della città: san Gennaro, san Francesco Saverio e santa Rosalia.

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.