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La Pecora Laticauda: una delle eccellenze campane

La Pecora Laticauda è una specie particolarmente diffusa in alcune zone della Campania.
La Regione, anche dal punto di vista naturalistico, riveste un ruolo di straordinaria importanza, soprattutto per quanto riguarda le specie animali protette.

Pecora Laticauda: caratteristiche e salvaguardia 

Il nome di questa specie deriva da: Latis” ossia larga, “cauda” che invece si riferisce alla coda. Proprio quest’ultima infatti, è grossa e larga ed aiuta la pecora ad “immagazzinare” riserve di grasso e acqua.

La Pecora Laticauda nasce da incroci diversi,  tra cui quello fra la pecora nord-africana, detta barbaresca, e la pecora Appenninica locale.

Secondo le fonti storiche giunte sino ad oggi, sarebbe stato Carlo III a favorire l’importazione di pecore di varie razze, contribuendo alla nascita di questa specie particolarmente diffusa in Campania.

La Laticauda si distingue innanzitutto per le ingenti dimensioni: le femmine pesano anche 70 chilogrammi e gli arieti raggiungono i 90-95 chilogrammi, superando non di rado il quintale.

Ha una buona fecondità e secondo gli esperti del settore, soprattutto la Laticauda Sannita, ben si presta alla produzione di latte fresco e saporito.

Ricordiamo che le aree dove sono maggiormente concentrati gli allevamenti di Pecore Laticauda sono: Benevento, Avellino, e Caserta.

La conservazione della specie è favorita dalla conformazione geomorfologica delle zone menzionate. Il territorio della Campania vanta innumerevoli caratteristiche ambientali favorevoli: presenza di notevoli massicci montuosi che si affacciano su ampie aree pianeggianti di natura alluvionale, terreni ben drenati, clima favorevole, vegetazione vigorosa.

La Laticauda non è adatta alla transumanza, e le caratteristiche proprie della specie sono state apprezzate solo recentemente, dato che in passato era allevata prettamente in fattoria e quindi in modo stanziale.

Come salvaguardare la Laticauda

La specie purtroppo è a rischio estinzione, anche se protetta, e le diverse associazioni presenti sul territorio campano, si battono per la loro difesa.
La loro salvaguardia della Laticauda, infatti è una delle componenti qualificanti ed imprescindibili delle politiche per lo sviluppo di modelli produttivi sostenibili, fortemente integrati con attività, anche, di tipo agrituristico.

La pecora Laticauda ha subito negli ultimi decenni una forte riduzione numerica. È importante dunque aumentare il numero di capi allevati e proseguire con le iniziative di valorizzazione delle produzioni.

Il Piano Nazionale riguardante le diversità delle diverse specie animali, ma anche l’interesse agricolo, si basa in particolar modo sul concetto (fondamentale) di varietà locale intesa come “carattere peculiare è prioritario, di alto valore socio-culturale.

Da ciò l’esigenza di identificare tutte le varietà e le razze locali, a partire da un’accurata ricerca storica volta a dimostrare il legame con il territorio di provenienza.

Una delle caratteristiche della pecora Laticauda, come dicevamo inizialmente, è la coda di grosse dimensioni, che le accomuna ad un altro animale. La coda infatti, altro non è che una sorta di escrescenza adiposa che funziona come le gobbe di cammelli e dromedari: accumula grasso durante il periodo di abbondanza di pascoli e lo sfrutta durante i periodi di siccità.

Una delle tante “stranezze” della natura, che non smette mai di sorprendere, con specie che rendono giustizia ai territori di appartenenza, donandogli ulteriore importanza, bellezza e alimentando la tradizione in essi insista.