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La “Netflix della Cultura italiana” di Dario Franceschini

ItsArt, la “Netflix della Cultura italiana” una piattaforma voluta da Dario Franceschini nel 2020, non è andata molto bene e infatti si è dimostrata una piattaforma piuttosto deludente e limitata.

A certificarlo è anche il bilancio della società, che ha registrato molte perdite. La partenza della piattaforma ItsArt, la cosiddetta “Netflix della cultura” italiana come l’ha chiamata il ministro Dario Franceschini, doveva essere molto positiva ed invece ecco che si è dimostrata perdente. Si tratta di una una piattaforma streaming per diffondere online eventi, concerti e musei italiani nel mondo.

Tutti i contenti per questa iniziativa che sulla carta aveva una sua logica maturata durante il  lockdown ed era anche molto propositiva dove nella quale le iniziative culturali spostate online avevano avuto un buon successo.

I numeri sono stati brutti purtroppo, anche tenendo conto del bilancio di una start up al suo primo giro con una perdita di 7,5 milioni di euro su un fatturato che stentava ad arrivare a 250mila euro. Un lancio di tutto rispetto ma una caduta a picco, la piattaforma non si è saputa vendere bene, la cultura italiana si è impoverita anziché arricchirsi.

Quando il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini lanciò l’idea della “Netflix della cultura italiana”  come è stata definita la piattaforma ItsArt, si era intuito che a prevalere sarebbe stata l’impostazione Mibact e che  Netflix non avrebbe avuto nulla da temere.

La diffidenza è derivata dalle altre piattaforme lanciate di Dario Franceschini come “Verybello.it”, il portale che avrebbe dovuto rilanciare l’Italia nel mercato del turismo internazionale.

ITsArt, questo il nome della Netflix italiana controllata da Cdp e Chili, nel primo anno ha perso quasi 7,5 milioni di euro.  Buona la prima? Non proprio se è la partenza di ItsArt è stata questa. Se in futuro deciderà di riprendersi sarà senz’altro opera di una buona strategia dettata dall’insuccesso iniziale.