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La mummia di Luxor, una vera maga

Due anni fa, nel sito di Deir El-Madina, villaggio egizio nei pressi dell’attuale Luxor, sulla riva occidentale del fiume Nilo, fu ritrovato il corpo mummificato di una donna, avente probabilmente oltre 3.000 anni.

La particolarità che ha spinto molti curiosi e gli stessi archeologi, autori della scoperta, a cercare di conoscere quanto più possibile sulla mummia, sono stati i 30 tatuaggi che le ornavano quasi tutto il corpo.

L’identificazione del corpo non fu affatto facile date le condizioni in cui vigeva lo stesso.

Infatti, alla nostra mummia mancavano, oltre alle mani e alle gambe, anche il bacino e la testa.

Molte furono le ipotesi riguardanti l’identità della mummia avanzate durante i primi anni della scoperta, in particolare dai ricercatori che, sotto la guida di  Anne Austin, bio – archeologa dell’università di Stanford, l’avevano studiata.

A distanza di due anni dalla scoperta, l’identità della mummia tatuata è stata finalmente ufficializzata.

A dare l’annuncio è Mustafa el Waziri, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità Egizie.

I resti, secondo gli esperti, apparterrebbero ad una donna vissuta tra il 1300 e il 1070 avanti cristo, morta tra i 25 e i 34 anni.

I numerosi tatuaggi che coprono il suo corpo rappresentano un primo riscontro, a scopo religioso, su una figura femminile.

Difatti, i numerosi occhi di Horus, simboli di protezione, i fiori di loto e i babbuini seduti, simboli di guarigione, hanno portato gli studiosi a pensare di essere davanti a una sacerdotessa o una maga dell’antico Egitto.

Tale ipotesi andava a scontrarsi, però, con il pensiero, secondo cui, a quel tempo, alle donne non era permesso avere ruolo come figura religiosa.

Infatti, molti furono i dibattiti fra gli esperti, la cui fine è arrivata con il riconoscimento ufficiale dell’identità della mummia da parte del Supremo Consiglio delle Antichità, che l’ha riconosciuta come figura che, nell’antico Egitto, ha avuto un ruolo religioso.