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venerdì, 2 Giugno 2023

La ‘fuga’ di Dell’Utri

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Deborah Santoro
Deborah Santorohttps://www.21secolo.news
Laureanda in Archeologia e Storia delle Arti presso l’Università Federico II di Napoli, ama riportare alla luce la storia dei luoghi del passato, senza tralasciare miti e leggende, considerate parte importantissima della cultura popolare. Amante delle arti culinarie, si diletta ai fornelli. Crede nel giornalismo al servizio della verità e ad essa si presta.

L’ex senatore Marcello Dell’Utri, coinvolto da circa venti anni in un processo per concorso esterno in associazione mafiosa e ritenuto dai magistrati di secondo grado il tramite tra l’imprenditore milanese Silvio Berlusconi e Cosa Nostra, da ieri è ufficialmente latitante.

Già nel 2012 l’ex braccio destro di Berlusconi si allontanò dall’Italia a pochi giorni dalla data in cui la Suprema Corte si sarebbe dovuta esprimere, in merito alla prima condanna a 7 anni di reclusione. In quella circostanza dell’Utri aveva scelto l’isola caraibica di Santo Domingo, la quale gli conferì cittadinanza e passaporto diplomatico. Oggi invece, a pochi giorni dalla pronuncia della Cassazione in merito alla seconda sentenza d’appello, che ha confermato la pena a 7 anni di carcere, Marcello dell’Utri sembra aver scelto il LibanoAppena qualche giorno fa la DIA ha localizzato le celle del suo telefono nel paese arabo, non bastasse, un testimone conferma la presenza dell’ex senatore su un volo Parigi-Beirut. 

La corte d’appello di Palermo ha emesso un mandato di arresto europeo, mentre l’Interpol è stato attivato per le ricerche negli altri Stati. Tuttavia, qualora Dell’Utri dovesse essere intercettato, si aprirà una lunga battaglia a colpi di norme internazionali per la sua estradizione in Italia. Sebbene senza rivelare il luogo in cui si trovi, l’imputato ci tiene a far sentire la sua voce, dichiarando attraverso il suo legale: “Non intendo sottrarmi al risultato processuale della prossima sentenza della Cassazione e trovandomi in condizioni di salute precaria, per cui tra l’altro ho subito qualche settimana fa un intervento di angioplastica, sto effettuando ulteriori esami e controlli”.

Ripercorrendo la sua storia processuale, vediamo che Dell’Utri diviene oggetto d’indagine già nel 1994, anno del suo ingresso in politica, ma è solo nel dicembre del 2004 che il tribunale di Palermo lo condanna a 9 anni di reclusione con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa; a 2 anni di libertà vigilata; all’interdizione dai pubblici uffici e al risarcimento di circa 70.000 euro al Comune e alla Provincia di Palermo. Nella sentenza si legge: “La pluralità dell’attività posta in essere da Dell’Utri, per la rilevanza causale espressa, ha costituito un concreto, volontario, consapevole, specifico e prezioso contributo al mantenimento, consolidamento e rafforzamento di Cosa nostra, alla quale è stata, tra l’altro offerta l’opportunità, sempre con la mediazione di Dell’Utri, di entrare in contatto con importanti ambienti dell’economia e della finanza, così agevolandola nel perseguimento dei suoi fini illeciti, sia meramente economici che politici. (…) Vi è la prova che Dell’Utri aveva promesso alla mafia precisi vantaggi in campo politico e, di contro, vi è la prova che la mafia, in esecuzione di quella promessa, si era vieppiù orientata a votare per Forza Italia nella prima competizione elettorale utile e, ancora dopo, si era impegnata a sostenere elettoralmente l’imputato in occasione della sua candidatura al Parlamento Europeo nelle file dello stesso partito, mentre aveva grossi problemi da risolvere con la giustizia perché era in corso il dibattimento di questo processo penale”.

Nel processo di secondo grado la Corte d’Appello di Palermo condanna l’imputato a 7 anni di reclusione. Ancora una volta la sentenza ritiene l’ex senatore alleato delle organizzazioni malavitose, avendo favorito il riciclaggio di denaro sporco proveniente dal traffico di droga del boss Stefano Bontade, in aziende del Nord Italia. Nel Marzo del 2012 la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza d’appello, accogliendo così il ricorso della difesa. Tuttavia nel Gennaio del 2013, Luigi Patronaggio, Procuratore Generale di Palermo, ha richiesto nuovamente alla Corte d’Appello 7 anni di carcere per Dell’Utri e quest’ultima il 25 Marzo dello stesso anno ha accolto la richiesta dell’accusa, condannandolo a 7 anni di reclusione e al risarcimento delle spese legali delle parti civili che si erano costituite contro di lui. 

E’ prevista per il prossimo 15 Aprile la nuova sentenza della Cassazione in merito alla condanna a 7 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa.

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