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domenica, 4 Giugno 2023

La displasia dell’anca

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Claudio Melluso
Claudio Melluso
Collaboratore XXI Secolo. Medico Veterinario specialista in patologia aviare e del coniglio (Napoli).

La displasia dell’anca è una patologia articolare ad eziologia multifattoriale purtroppo molto diffusa, in particolar modo nelle razze di taglia medio-grande. La diagnosi precoce consente di intervenire tempestivamente per limitare i danni.

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Esame radiografico di un soggetto non displasico.

Anatomicamente, il femore presenta una testa di forma sferica che è alloggiata nella cavità acetabolare del bacino. E’ mantenuto “in situ” da masse muscolari, da una capsula fibrosa e dal legamento rotondo, struttura che collega il centro della testa femorale alla cavità acetabolare.
La displasia è una condizione patologica per cui la testa del femore non è accolta adeguatamente nella cavità acetabolare del bacino. Lo sfregamento ripetuto della testa del femore contro il bordo della cavità acetabolare determina un rapido consumo della cartilagine e quindi un contatto diretto tra le strutture ossee che comporta, nel tempo, la proliferazione di tessuto osseo, artrosi e dolore spesso intenso che si manifesta con zoppia, riluttanza al movimento e deambulazione anomala.

Le cause di displasia sono prevalentemente attribuibili ad una predisposizione genetica, tuttavia un ruolo determinanate è spesso giocato dall’alimentazione scorretta e dall’eccessivo stress dell’articolazione cui spesso sono sottoposti i cuccioli che compiono troppo movimento.

La diagnosi può essere effettuata mediante esame clinico, che includa specifiche manovre, e soprattutto con un esame radiografico per cui è spesso necessaria una sedazione per un corretto posizionamento al fine di effettuare precise misurazioni sul radiogramma. E’ possibile individuare precocemente i segni di displasia in soggetti al di sotto dei 5 mesi di età. Quando la diagnosi è precoce, infatti, la rosa delle opzioni terapeutiche non invasive (correzione della dieta ed opportuni integratori di supporto) ed eventualmente chirurgiche (sinfisiodesi, triplice osteotomia pelvica) è decisamente più ampia. A questa età, tra l’altro, i segni artrosici, quindi il dolore, sono assenti. Per questo motivo i cuccioli possono non mostrare alcun sintomo evidente; ciò potrebbe ritardare la diagnosi. E’ opportuno, pertanto, sottoporre i soggetti di razze a rischio o comunque quelli di taglia medio-grande, ad una valutazione preventiva.

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Esame radiografico di un soggetto displasico.

Esiste una precisa classificazione del grado di displasia stabilita dalla FCI, Federazione Cinologica Italiana. La valutazione, che si effettua osservando ed effettuando misurazioni su scatti radiografici eseguiti posizionando l’animale come da prescrizione, consente di attribuire al soggetto il grado A,B,C,D o E di displasia. I soggetti classificati come D ed E, affetti da evidenti segni di displasia, non dovrebbero essere destinati alla riproduzione. Quando si acquista un cucciolo appartenente ad una delle razze a rischio occorre visionare la valutazione dei genitori.

Si consiglia ai proprietari di non integrare le diete commerciali di buona qualità del cane, in quanto complete. Un accrescimento troppo rapido, infatti, può appesantire le masse muscolari del cane che effettuano una trazione sul femore, tendendo ad allontanarlo dal bacino. E’ bene, inoltre, non far saltare o correre troppo il cucciolo.

Purtroppo nei soggetti con displasia avanzata le opzioni terapeutiche sono limitate alla somministrazione di antinfiammatori ed integratori specifici e quelle chirurgiche alla protesi d’anca o all’ostectomia della testa del femore.

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