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La cultura MAGA

La cultura MAGA. Da tempo negli Stati Uniti è in corso una aspra lotta, politica ma soprattutto sociale, tra due culture diametralmente opposte su temi identitari. Ognuna delle due può agevolmente essere definita e sintetizzata con un acronimo, rispettivamente  WOKE e MAGA.

In un recente articolo su questa stessa rivista ci siamo già occupati della cultura WOKE (vedi 19/10/25) Ora tocca alla cultura MAGA. Sono entrambi acronimi, ma il loro significato è ancora poco conosciuto a quanti non siano avvezzi ai fenomeni culturali della società statunitense.

MAGA sta per  Make America Great Again (“Rendiamo l’America nuovamente  grande) slogan utilizzato nelle sue campagne elettorali (2016 e soprattutto 2024)   da Donald Trump.

La cultura MAGA

In realtà il termine non è stato inventato da Trump, che ha semplicemente ripreso (semplificandolo)  quello molto simile coniato nel 1980 dal futuro Presidente Ronald Reagan. Allora come oggi gli USA venivano da una profonda crisi economica, e questo termine è stato giustamente interpretato come  un invito all’unità nella fede patriottica. In grado di muovere le coscienze di fronte all’evidente declino della nazione americana.

La parola MAGA si è rapidamente diffusa nei settori più vari della società americana diventando un fenomeno di costume che è stato usato , sia pure sporadicamente, anche dai settori democratici (vedi Bill Clinton). Ma è una parola strettamente correlata agli ambienti della destra repubblicana, oltre che della destra estrema. Le cui fondamenta appoggiano sul nativismo e sul suprematismo.

Nativismo e suprematismo

In politica il termine nativismo si riferisce  alla difesa degli interessi dei nati e residenti in una nazione (nativi appunto) rispetto agli immigrati, attraverso il blocco o la riduzione dell’immigrazione, in particolare clandestina. Suprematismo allude invece ad una visione della società in cui giocano un ruolo predominante i bianchi protestanti.

Le origini del Movimento

Il Movimento MAGA è il movimento politico nativista emerso negli Stati Uniti durante la campagna presidenziale del 2016 del suo leader putativo, Donald Trump. Il suo nome deriva dallo slogan della campagna elettorale di Trump del 2016 “Make America Great Again”, che da allora è diventato un grido di battaglia per i sostenitori di Trump.

In realtà la creazione del termine, che come abbiamo visto è una semplificazione dello slogan di Reagan, risale a quattro anni prima, a seguito della  sconfitta del repubblicano Romney  alle elezioni presidenziali del 2012, vinte dal democratico Barack Obama.

Lo slogan ha avuto un tale successo che Trump  ha presentato la domanda per registrare  lo slogan come  marchio ai fini di  “promuovere la consapevolezza pubblica delle questioni politiche e la raccolta di fondi nel campo della politica”.

L’omicidio Kirk

Si è molto parlato del recente omicidio del giovane Charlie Kirk , uno dei principali esponenti della cultura MAGA, durante un comizio  all’Università dello Utah.

Questa notorietà Kirk l’ha ottenuta usando soprattutto il web e i social media. Il militante conservatore era diventato un influencer seguace accanito del trumpismo.

Kirk definiva l’immigrazione clandestina una tattica di sostituzione etnica  promossa dai democratici. E riteneva l’Islam una lama tagliente appoggiata  alla gola degli USA. Arrivando poi a chiedere una specie di processo di  Norimberga per i sostenitori dei transessuali.

Dal MAGA al MEGA

Il recente  clamoroso successo in Inghilterra della manifestazione della destra nazionalista ha sdoganato  un nuovo movimento definito  MEGA ( Make England Great Again). Lo stesso Trump ha dichiarato di augurarsi un MEGA europeo (Make Europe Great Again). 

La  fazione più forte dell’elettorato trumpiano è proprio quella MAGA ( minoritarie oggi la tecno-libertaria e la repubblicana ortodossa). Composta da “conservatori religiosi, sia protestanti evangelici sia cattolici conservatori, tradizionali antifederalisti che si oppongono alle istituzioni federali con influenza culturale, e antiliberali che vedono in Trump l’occasione per attuare una rivoluzione reazionaria”.

Trump accusa la gran parte dei governi europei di condurre una politica decadente. Che si ritorce come un boomerang sulla civiltà occidentale, soprattutto attraverso la censura digitale e l’immigrazione incontrollata. Al contrario gli USA hanno “ la necessità di alleati di civiltà in Europa”, proprio per gli storici e consolidati rapporti ed influenze reciproche  che esistono, nel bene e nel male, tra le due sponde dell’Atlantico.

WOKE e MAGA

La seconda presidenza Trump costringe a riflettere sullo scontro tra due forze contrapposte praticamente su tutto. Due venti che soffiano in direzioni contrarie e che stanno già estendendo la loro forza ad altri continenti ( in primis quello europeo)

Da un lato il movimento MAGA, che rappresenta  una maggioranza etnica delusa e intimorita, che teme prima o poi di diventare minoranza e che invece con rabbia rivendica di voler contare e comandare “again” . E che guarda con crescente sospetto e intolleranza le conquiste delle minoranze in tema di  diritti civili, questi ultimi lontani anni luce dai suoi valori tradizionali.

Dall’altra il movimento WOKE, che difende a spada tratta i diritti delle minoranze, ma che con altrettanto forte intolleranza, non contenta di quanto finora ottenuto, vorrebbe cancellare tutto ciò che le attuali maggioranze rappresentano in termini valoriali e culturali.

La situazione attuale vede dunque solo uno scontro frontale nel quale non sembra esserci alcuno spazio per il compromesso e il dialogo. Col tempo vedremo se si arriverà ad un punto di equilibrio o al contrario a un punto di rottura definitiva.

 

 

Dario Nicolella
Dario Nicolella
Medico oncologo e dermatologo, con la passione per la scrittura, l'arte e la poesia. Autore di saggi su tematiche toponomastiche ( in particolare località campane) mitologiche (sirene, luna) e storico-artistiche (cupole,colline e chiostri napoletani) nonchè di numerose sillogi poetiche. Vincitore di premi letterari.