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La cultura, le scoperte di Napoli e i suoi quartieri, l’antica villa romana

Aprono i musei con particolari percorsi di visita, ma anche antiche torri panoramiche e gli archivi storici, dopo la pandemia. La cultura ritorna in auge e le persone vi si affacciano anche per la prima volta. Ma il paradosso è che di eventi organizzati sono pochi e i comuni non finanziano nuovi progetti.

L’attuale deriva della concezione dei “diritti umani” e della cultura, in gioco c’è la nostra libertà.

Il termine cultura deriva dal verbo latino, “coltivare”. L’utilizzo di tale termine è stato poi esteso a comportamenti di cura e coltivazione ed è proprio quello che si dovrebbe fare con la Cultura italiana e Napoletana soprattutto.

Ad oggi, il fatto che più salta agli occhi è che la nozione di persona sta gradualmente cedendo il passo a quella di individuo. La persona è un essere concreto, un essere di relazioni,  una storia, una lingua. L’individuo invece, è il risultato di una serie di divisioni che tagliano il tessuto concreto dell’essere umano.

Si è scoperta da poco la Villa Romana a Ponticelli in una delle strade più pericolose in città. Nei pressi dell’Ospedale del Mare di Ponticelli e attraversa il quartiere Barra; per far fronte all’usura della strada e ai numerosi pericoli l’amministrazione comunale ha avviato il bando di gara per i lavori di manutenzione straordinaria della strada, asse strategico della zona orientale di Napoli.

La villa fa parte della VI municipalità del Comune di Napoli e il sabato e la domenica è aperta al pubblico. Una vera e propria scoperta per la cultura di Napoli. La Villa Romana di Ponticelli, la fattoria di Caius Olius Ampliatus fu sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

La mirabile villa rustica di Caius Olius Ampliatus, nel quartiere di Ponticelli, viene riaperta al pubblico grazie all’appoggio fra Comune, Soprintendenza, e un gruppo di volontari. La villa stata conservata in ottimo stati ed è unesempio di archeologia culturale, la villa si estende per quasi 2000 metri quadrati.