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La casa come è cambiata nel 2020, più verde e multifunzione

Dopo e durante la pandemia il 2020 è diventato l’anno della casa è sotto gli occhi di tutti. La pandemia ci ho obbligati a vivere e riscoprire le mura domestiche. Molti interior design e la stessa Ikea ha parlato e ha provato ad indagare su come è andata questa convivenza stretta e quali conseguenze ha lasciato, interrogando 38mila persone in 37 paesi.

Scoprendo che in Italia ben l’83 per cento degli Italiani considera ora la propria abitazione come un rifugio o un posto sicuro, che balconi e appartamenti si sono riempiti di piante, che gli ingressi sono stati la grande riscoperta dell’anno. Inoltre, un terzo degli italiani ha intenzione di intervenire profondamente nei propri ambienti o addirittura di cambiare casa.

La situazione eccezionale, quella della pandemia e dei lockdown che hanno colpito tutto il mondo ha cambiato radicalmente il modo di vivere di tutti. Si è interrotto un trend: se nel 2019 il 28 per cento  si sentiva a casa in luoghi diversi dal proprio appartamento, il 2020 lo ha rimesso al centro. Con i suoi pro e i suoi contro: per esempio, chi ha un’abitazione piccola, magari un monolocale, oppure è giovane non è soddisfatto del suo rapporto con la casa. Ionltre in tutti vi è il bisogno di una casa multiproposito, che si adatti al lavoro, alla scuola, all’attività fisica. Poi, c’è la voglia di una casa healthy, che sia verde e insieme luogo di benessere emotivo e mentale. Infine, la necessità di imparare a comunicare con gli altri pur senza incontrarli, per esempio con le videochiamate o i social. E su questo l’Italia si fa riconoscere: se a livello mondiale il 22% continuerà a coltivare i contatti virtuali, in Italia si scende al 9%. Sarà per il clima o la cucina ma l’essere umano è considerato un animale sociale e, una volta finita l’emergenza, non ha intenzione di sostituire il contatto fisico con quello digitale. Un rischio della riscoperta della casa, potrebbe essere quello di creare isolamento, come una sorta di guscio dal mondo esterno. Essenziale, quindi, è non trasformarla in una gabbia dorata, ma in un posto in cui ci si ristora. E si ricevono gli altri: alcuni rituali legati alla vita lavorativa come il classico aperitivo post-ufficio si sposteranno proprio a casa, a causa della crescita dello smart working. Mentre a livello urbano, in generale, si assisterà a un ritorno del verde nelle città.