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La canción patriótica diviene inno nazionale

Argentina_21_Secolo_Andrea_Tarallo

La genesi dell’inno nazionale argentino è sicuramente tra quelle storie che merita di essere raccontata. La Marcha patriótica, così come chiamata allora, fu “concepita” a teatro. Era il 24 maggio del 1812 quando a Buenos Aires, nella Casa de Comedia, andava in scena l’opera teatrale El 25 de Mayo.  Tra il pubblico sedeva Vincente López y Planes, poeta e politico argentino che prese parte alla Rivoluzione del maggio 1810. Questi, sentendosi ispirato dallo spettacolo a cui aveva assistito, quella notte stessa compose la prima strofa.

Era infatti già dall’estate del 1812 che il Triunvirato – l’organo esecutivo che governò le Province Unite del Rio de la Plata dal 23 settembre del 1811 all’8 ottobre del 1812, e composto da Feliciano Antonio Chiclana, Manuel de Sarratea e Juan Martín de Pueyrredón – aveva stabilito che la neonata Repubblica dovesse avere un vero e proprio canto nazionale da intonare nelle feste ufficiali e pubbliche, così come nelle scuole e nei collegi.

Il testo, 9 coppie di quartine inframezzate da un ritornello, scritto integralmente da Vincente López y Planes, fu quindi sottoposto all’Assemblea Generale Costituente dell’Anno XIII tra il marzo e l’aprile del 1813. Approvato l’11 maggio del 1813, fu girato immediatamente al compositore catalano Blas Parera; che già aveva musicato “l’inno” scritto da Morante. Questi, rimase così affascinato dal testo che in una sola notte terminò la partitura.

La tradizione vuole che l’inno nazionale argentino fu cantato per la prima volta il 14 maggio del 1813 in casa della patriota Mariquita Sánchez de Thompson; e che fosse stata proprio lei ad intonarne le strofe. Successivamente poi, il 30 marzo del 1900, per decreto si decise che ad essere cantate sono soltanto la prima e l’ultima quartina seguite dal ritornello eseguito dal coro.

Oid Mortales, el grito sagrado:
¡Libertad! ¡Libertad! ¡Libertad!
¡Oid el ruido de rotas cadenas:
ved en trono a la noble Igualdad!

Ya su trono dignísimo abrieron
las Provincias Unidas del Sud,
y los libres del mundo responden
¡Al gran Pueblo Argentino salud!

Sean eternos los laureles
que supimos conseguir:
coronados de gloria vivamos
o juremos con gloria morir.