In Campania storia, cultura, credenze religiose ma anche popolari e tradizione, si mescolano donando identità alla regione; tra queste, una molto simpatica, si potrebbe dire dal significato – mistico – riguarda un piccolo insetto che prende il nome di “vaccariello ‘e San Giuvanne”, noto anche come ’O purciello ‘e San Giuvanne” (Maiale di San Giovanni).
La sua presenza in campagna è solitamente legata al mese di giugno, sino al 24, giorno della ricorrenza del Santo quando poi “magicamente” spariscono.
La sua vita dell’insetto, in realtà è molto breve e il suo unico scopo è quello di riprodursi, poiché dedica il poco tempo a disposizione all’accoppiamento.
Vuole solo amore e calore, non è cattivo, ma coccoloso e affettuoso.
I vaccarielli sono assolutamente innocui, non hanno pungiglioni e quindi non pungono, e secondo la tradizione, poter ammirare uno di questi simpatici animaletti dalla forma buffa, arreca tanta fortuna.
In passato i bambini cercavano di acchiappare i vaccarielli, mentre cantavano una divertente canzoncina:“Scinne purciello ‘e San Giuvanne, è arrivato ‘o cusutore t’ha purtato ‘nu cazone, ‘nu cazune e ‘na vunnella scenni purciello mio bello”.
Erano considerati dei veri e propri compagni di gioco.
Ricordiamo che il nome scientifico del “vaccariello” di ‘Oryctes nasicornis’ che non è riconducibile alla festività cui sembra essere legata la sua apparizione tra i prati della Campania.
“U vaccariello ‘e San Giuvanne” è conosciuto sin dal passato, quando i nonni avvisavano i nipoti di fare attenzione a non calpestare il piccolo animaletto, né ucciderlo, nel rispetto non solo dell’animale, ma anche per non “rompere quella catena” di credenze ad esso legate.
La Campania: il rispetto e la venerazione per il mondo animale, tra cultura e tradizione
I ritmi dell’anno hanno sempre avuto notevole importanza in particolar modo nelle civiltà rurali.
Come dicevamo, il 24 giugno “magicamente” il Vaccariello sparisce, e la sua presenza si fa portatrice di buone nuove. Specialmente con l’ingresso dell’estate si spera che i raccolti estivi possano avere esito positivo.
Per quanto concerne questa specie di coleotteri, essi appartengono alla famiglia degli scarabei e per i loro primi 3 o 4 anni passano la loro vita sotto forma di larve, rimanendo sotto terra.
Sin dal passato sono “venerati” come insetti ai quali affidare i raccolti e dunque l’agricoltura. Secondo quanto si apprende dai racconti di un tempo, i “Vaccarielli”… chiamati poi di “San Giuann”, essendo estremamente delicati e rispettosi dell’ambiente nel quale si muovono, sono considerati quasi “sacri”, da rispettare e ammirare mentre provano ad accoppiarsi.