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Kim-Jong Un e i nuovi missili a Sohae

In seguito al fallimento del vertice di Hanoi, la Corea del Nord si starebbe attrezzando per ricostruire il sito missilistico a Sohae, al fine di tenersi pronti per un possibile attacco.

È quanto emerge dalla piattaforma americana di Washington, basamento statunitense che si occupa di sorvegliare le mosse del regime coreano. La Corea del Nord starebbe quindi lavorando alla riedificazione della potente base missilistica, sita in provincia di Pyongang.

Il think tank 38 North, nato dalla collaborazione di coreani e americani, ha diffuso la notizia pochi giorni dopo la conclusione dell’incontro avvenuto tra Trump e il leader coreano: la ripresa dei lavori avrebbe avuto luogo fra il 16 febbraio e il 2 marzo.

Il centro spaziale, attivo dal 2011, stava per essere completamente smantellato, in vista degli accordi che Usa e Corea del Nord stavano negoziando negli ultimi anni, ma a partire dal mese di agosto del 2019, i ricercatori hanno iniziato a rilevare attività sospette.

La conferma è arrivata il 6 marzo grazie a nuove immagini riprese in via satellite: gli stessi servizi segreti coreani hanno asserito che il sito è in rapida ricostruzione, ennesima e ultima dimostrazione della non volontà del presidente coreano di denuclearizzare il suo Paese.

Sebbene si possa arguire che la sede potrebbe essere utilizzata solo ed esclusivamente a scopi pacifici e guardando al progresso dell’esplorazione, si teme che, dopo la rottura dei rapporti tra Usa e Corea settentrionale, quest’attività di ricostruzione sia stata disposta per un eventuale lancio di missili.

L’ultimo summit, tenutosi in Vietnam, sarebbe fallito, a detta di Trump, poiché la Corea avrebbe rifiutato di revocare le sanzioni internazionali, senza solide garanzie. Kim, dal canto suo, ha invece reso noto che la sua richiesta si limitava alla revoca di solo 5 delle sanzioni dell’ONU.