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mercoledì, 4 Ottobre 2023

Kandinsky: astrattismo a Vercelli

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Dal 29 marzo al 6 luglio, Arca di Vercelli, presso la chiesa di San Marco, ospiterà la mostra del grande Wassily Kandinsky, l’artista che riuscì a fungere da collage fra occidente e oriente.

In collaborazione con il Museo Nazionale di San Pietroburgo e la Fondazione Guggenheim, Vercelli apre le porte al mondo russo. La mostra è stata ideata e organizzata da Eugenia Petrova, direttrice del Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, e ha come titolo “L’artista come sciamano”. 22 saranno le opere esposte, collezione appartenente ad otto musei russi, a cui si aggiungono quadri di artisti dell’avanguardia russa e oggetti di antiche tradizioni degli sciamani, da cui Kandinsky trasse ispirazione per i suoi studi etnoantropologici, studi che lo trasportarono nella dimensione dell’astrattismo e dello spiritualismo.

Il periodo che la mostra abbraccia è quello che va dal 1901 al 1922, periodo che trascorse tra Monaco e la Russia, fino a che, nel 1922, iniziò ad insegnare alla Bauhaus, con Paul Klee. Fu da questo momento in poi che l’artista si immerse nel mondo dell’astrattismo, asserendo che i sentimenti, rappresentati in tela, non erano necessariamente trasposti realizzando una pedissequa fotografia della realtà, al contrario, solo la combinazione di forme e colori poteva ben esprimere il mondo interiore. Un universo, quello di Kandinsky, che si nutriva di forme strane e oggetti sciamanici, una forma esoterica culturale che rendeva accessibile a tutti tramite le sue opere all’interno delle quali affiorano oggetti delle tribù degli sciamani. Sarà proprio attraverso la contrapposizione formativa tra la razionalità occidentale e l’astrattismo orientale che si avvicinerà agli studi sullo Spirituale, di cui diventerà uno dei massimi intellettuali del ‘900.

La mostra, il cui catalogo contiene anche la prima traduzione italiana sui popoli della Siberia pubblicata da Kandinsky stesso, si conclude con le opere dell’artista appartenenti all’ultimo periodo della sua vita in Russia, quando fu costretto all’esilio dal Governo Sovietico per dissensi politici.

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