El Diez. Semplicemente El Diez. Senza scomodare paragoni ingombranti con altri numeri 10 sudamericani, il colombiano James Rodriguez è entrato nell’elite del calcio mondiale. O quantomeno non sta facendo nulla per dare ragione ai suoi detrattori, che non lo reputavano adatto ai palcoscenici più importanti. I due gol con cui ha schiantato l’Uruguay nel secondo ottavo di finale di questi Mondiali sono solo l’ultima perla di una collana in cui c’è sempre meno spazio. E se queste due reti vengono realizzate in un tempio come l’Estadio Jornalista Mario Filho, il Maracanà per tutti, vuol dire che il ragazzo è un predestinato. Il gol che sblocca la partita al 27’ del primo tempo è uno di quelli da rivedere all’infinito e si candida automaticamente a rete più bella di questi campionati mondiali di calcio.

Tra l’altro le due prodezze contro l’Uruguay sono realizzate a meno di 24 ore dalla decisione della Fifa di eleggere il numero 10 Cafetero come miglior giocatore della prima fase dei Mondiali, davanti a gente del calibro di Messi, Neymar, Robben e Benzema. Decisione non così difficile in fin dei conti, dato che James, come è scritto sulla maglia, aveva trovato la via del gol in tutte e tre le partite del girone contro Grecia, Costa d’Avorio e Giappone. Il tutto condito da due assist vincenti per i compagni. Prestazioni tanto superbe per il gioiellino nato a Cùcuta 22 anni fa da far scomodare addirittura sua maestà Carlos Valderrama, vera istituzione del calcio colombiano e sudamericano in generale. L’ex capitano dei Cafeteros, infatti, ha praticamente incoronato Rodriguez, dicendo che è la vera stella della Nazionale e che gli può essere assegnato l’appellativo di Pibe, nomignolo con cui Valderrama era conosciuto in patria e che non era mai stato assegnato a nessuno dopo il suo ritiro.
La storia di James Rodriguez è quanto mai interessante. A cominciare dal nome. I genitori, infatti, grandi appassionati del più famoso agente segreto del cinema, ossia James Bond, decidono di chiamare il loro piccolo proprio come lo 007 interpretato da Sean Connery. A 15 anni il piccolo James lascia casa e inizia a giocare per l’Envigado, dove in un paio di stagioni inizia a mettere in mostra il suo talento, realizzando 20 gol in 55 partite. I talent scout iniziano a notare

questa giovane promessa e i più lesti di tutti sono i dirigenti del Banfield. Con il club argentino conferma quanto di buono aveva lasciato intravedere, divenendo il più giovane marcatore straniero nella Primera Division Argentina. Dopo due stagioni con il Banfield, passa per poco più di 5 milioni di euro al Porto, con cui compie il definitivo salto di qualità. In tre stagioni con i Dragoes El Bandito, come lo chiamano i suoi tifosi, realizza solo in campionato 25 reti in 64 partite, vincendo trofei a ripetizione. I portoghesi si tutelano e inseriscono nel suo contratto una clausola di rescissione di 45 milioni di euro.
Il resto è storia recente. Il Monaco di Ranieri fa carte false per aggiudicarsi il talento cristallino di James e arriva a pagare i 45 milioni della clausola rescissoria. Dopo una stagione con qualche ombra di troppo, la definitiva esplosione ai Mondiali brasiliani, culminata con la doppietta a Cavani e compagni. E se qualcuno ancora non conoscesse questo 22enne colombiano con un sinistro educatissimo, lui si presenterebbe sicuramente in questo modo: il mio nome è Rodriguez. James Rodriguez.