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“J’accuse”: il 23 febbraio 1898 Zola viene arrestato

“[…] l’atto che io compio non è che un mezzo rivoluzionario per accelerare l’esplosione della verità e della giustizia. Ho soltanto una passione, quella della luce, in nome dell’umanità che ha tanto sofferto e che ha diritto alla felicità. La mia protesta infiammata non è che il grido della mia anima. Che si osi dunque portarmi in assise e che l’indagine abbia luogo al più presto. Io aspetto”

Il 23 febbraio 1898 Émile Zola viene imprigionato dopo aver scritto J’accuse.

Si trattava di una lettera che accusava il governo francese di antisemitismo e di aver ingiustamente condannato al carcere Alfred Dreyfus. La lettera è direttamente rivolta al presidente della Repubblica francese Félix Faure, con lo scopo di denunciare le irregolarità e le illegalità commesse nel corso del processo che vide Dreyfus condannato per alto tradimento.

Alfred Dreyfus era un capitano francese di origine ebraica, in servizio presso lo Stato Maggior dell’Esercito. Nel 1894 fu ingiustamente accusato di aver passato informazioni segrete all’Impero tedesco.

Dopo un giudizio sommario, Dreyfus fu accusato e condannato alla deportazione a vita sull’Isola del Diavolo nella Guyana Francese. Una forte ondata di antisemitismo attraversò dunque la Francia.

Émile Zola si schierò a favore dell’ufficiale tramite un articolo in cui accusava i veri colpevoli di questo avvenimento e di questo processo falso.

“Accuso infine il primo Consiglio di Guerra di aver violato il diritto, condannando un accusato su una parte rimasta segreta, ed io accuso il secondo Consiglio di Guerra di aver coperto quest’illegalità per ordine, commettendo a sua volta il crimine giuridico di liberare consapevolmente un colpevole”. Sono le parole di Zola.

A causa della sua lettera, il J’accuse, Zola fu però condannato a un anno di carcere e a tremila franchi di ammenda per vilipendio delle forze armate. Il processo che lo incolpava durò dal 7 al 23 febbraio. Lo scrittore Octave Mirbeau pagò la multa e le spese del processo.

Per quanto riguarda Dreyfus, la situazione si risolse solo nel 1906 (quando Zola era già morto da quasi quattro anni). La Corte di Cassazione revocò la sentenza con cui Dreyfus era stato accusato di tradimento. In seguito a questa sentenza, venne, infatti, reintegrato nell’esercito.