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Italo Calvino: morte di uno scrittore, 19 settembre 1985

Il 19 settembre del 1985 moriva uno dei più grandi scrittori della letteratura italiana, Italo Calvino.

L’autore italiano, particolarmente conosciuto ed apprezzato ancora oggi, uno dei massimi esponenti della politica e della cultura italiana del ‘900, nacque a Santiago de Las Vegas, presso L’Avana, il 15 ottobre 1923.

Nel 1925, rientrò a Sanremo, insieme alla propria famiglia.

Dunque, Cuba, non diventò mai una vera e propria patria per lo scrittore, che a tal proposito scrisse: “Della mia nascita d’oltremare conservo solo un complicato dato anagrafico […].

Trascorse l’infanzia in un clima cosmopolita, in una città, Sanremo, dai tanti aspetti, con il rimorso costante di aver lasciato Cuba, una città che avrebbe (parafrasando una sua affermazione) “Offrirgli molto di più”.

Italo Calvino: dalla Guerra ai racconti della Resistenza

Dopo l’8 settembre 1943, renitente alla leva della Repubblica di Salò, passò alcuni mesi nascosto fino a quando, decise di entrare nell’organizzazione del Pci, prendendo parte quindi alla Resistenza nelle Alpi Marittime.

Dall’esperienza della guerra nascono i cosiddetti “Racconti della Resistenza”, una serie di romanzi all’interno dei quali, in modo piuttosto frammentario, Italo Calvino raccontò le proprie vicissitudini, in un ambiente naturalmente difficile da vivere.

Tutto ciò a testimonianza di una produzione letteraria ampia e particolarmente analitica, attraverso la quale, l’autore, sperimentò diversi stili e fasi, dal neorealismo al fantastico. All’interno della prima corrente rientra il suo primo romanzo (I sentieri dei nidi di ragno, 1947), ispirato alle vicende di guerra; si può dire che il romanzo sia un vero e proprio romanzo di guerra partigiana, combattuta da Calvino stesso tra il 1894 e l’aprile del 1945.

Un libro intenso e senza eguali, che segna l’identità letteraria dell’autore. 

Alla seconda corrente può essere invece ricondotta l’apprezzata trilogia I nostri antenati, composta da Il visconte dimezzato, Il barone rampante e Il cavaliere inesistente.

La letteratura come scoperta del mondo

Calvino inseguiva un modo di intendere la letteratura con curiosità, scavando a fondo, considerando anche l’atteggiamento mentale col quale il lettore si approcciava alla lettura. 

Nel pensiero e nell‘ideologia dell’autore esiste, ed è quasi tangibile una parziale ricostruzione del suo entroterra culturale e il desiderio di indicare con i propri scritti un mondo semplice e naturale.

Una vocazione illuministica, secondo quanto è stato negli anni riportato dagli studiosi di letteratura, che si fonda su una profonda conoscenza, da parte dell’autore, della botanica e della zoologia, ma che rivela al contempo, la notevole voglia di conoscenza e dunque la forte curiosità che spingeva la sua penna nell’ambito di una vastissima produzione letteraria.

Un aspetto che riscuote molta importanza è la caratteristica di Italo Calvino, di collegare (direttamente o indirettamente) questioni propriamente letterarie ad aspetti della vita quotidiana.

Un impegno al quale il celebre autore e poeta fa riferimento, riscoprendo e sperimentando nel tempo, nuove forme di mondo, visto nella propria complessità, in un’immagine che non sia distorta, ma grazie alla quale si possano scoprire i caratteri predominanti che la contraddistinguono ed identificano. Una continua ricerca, condotta sia attraverso la natura che attraverso il paesaggio urbano. 

Il simbolo di questa ricerca si può leggere nelle pagine dell’ultimo lavoro di Italo Calvino, Palomar, pubblicato nel 1983; una serie di racconti, in parte già apparsi precedentemente sul Corriere della Sera e su La Repubblica.

Il nome del protagonista dell’opera prende il nome dall’osservatorio astronomico californiano – Palomar, appunto; il personaggio cerca di decifrare gli aspetti di una realtà apparentemente distorta, interrogandosi su varie vicissitudini, egli non è propriamente definibile un osservatore, ma come un signore curioso.

Il libro è stato più volte definito autobiografico, e anche Calvino stesso sottolineò questo aspetto in un’intervista.

Palomar è un romanzo filosofico, che partendo da spunti apparentemente casuali, spingono il narratore ad interrogarsi sui vari aspetti della realtà, scomponendola da ogni elemento e componente.

La realtà che viene fuori dai romanzi dell’autore, e che egli inseguiva, sembra tradirlo, quando nel 1985, mentre era intento a lavorare alle Lezioni Americane, fu colpito improvvisamente da una fatale emorragia cerebrale. 

La vedova, Esther Singer, traduttrice argentina e moglie, fece pubblicare postume, le Lezioni Americane, ma anche altri tre volumi, Sotto il sole giaguaro, La strada di San Giovanni e Prima che tu dica pronto.

Un vuoto enorme ha lasciato Italo Calvino, ricordato oggi, 19 settembre, data della sua scomparsa, ma apprezzato ogni giorno grazie al vastissimo patrimonio letterario che ha lasciato.