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Italiani sempre più delusi e pieni di rancore

Italiani delusi, incattiviti e sempre più pessimisti, è la fotografia del CENSIS; paura dei migranti, sfiducia (soprattutto da parte dei giovani) e solitudine in aumento. Questi sono gli ultimi dati dello studio condotto dal CENSIS, in riferimento all’Italia e in particolar modo agli italiani.

Dallo studio condotto, il 63% degli italiani si dice ostile nei confronti degli immigrati; la mancanza di prospettive di crescita, individuale ma anche collettiva, è alla base di questa situazione preoccupante.  Gli italiani appaiono delusi e spaventati, soprattutto dalle prospettive che risultano in calo rispetto alle aspettative.

In questa situazione, un italiano su tre, si dice invece ottimista, in una situazione sociale che desta timore. Difficile la situazione in particolar modo per i giovani, sono soprattutto quelli sotto i trentacinque anni d’età ad essere sotto-occupati o inattivi, oppure costretti ad accontentarsi di un impiego part-time.

La preoccupazione degli italiani, secondo il direttore del CENSIS, Massimiliano Valeri, si tramuta in rancore e spesso in odio; tutto ciò trova concretezza nei diversi episodi di cronaca che in questi ultimi mesi si sono susseguiti nel nostro Paese. C’è una evidente solitudine nella società italiana, un vero e proprio fenomeno emergente, di rottura delle relazioni affettive: matrimoni in calo, rapporti sentimentali sgretolati, e sono aumentate, negli ultimi quattro anni, le persone che scelgono di vivere sole; dato che contribuisce ad aumentare la solitudine degli italiani.

L’Italia è il Paese dell’Unione europea con la più bassa percentuale di cittadini che dichiarano di aver raggiunto una condizione socio-economica migliore di quella dei genitori: il 23%, contro una media Ue del 30%, il 43% in Danimarca, il 41% in Svezia, il 33% in Germania.

Il 52° Rapporto del Centro Studi parla di “sovranismo psichico” e racconta di un Paese in declino, in cerca di sicurezze che non riesce a trovare, in cui il divario tra Nord e Sud, aumenta notevolmente, e un Centro-Nord che fa sempre più fatica a mantenere le promesse in materia di lavoro, stabilità, crescita, soprattutto futuro