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Italia, quanto durerà un’eventuale futura ripresa economica?

Il 2020 (e si spera di no per gli anni successivi) passerà alla storia come l’anno della pandemia che, inevitabilmente, ha avuto degli effetti molto negativi non solo per l’Italia, ma a livello mondiale.

La situazione in Italia

Probabilmente, in questo momento in cui siamo nel pieno della seconda ondata, dovremmo preoccuparci prima di sconfiggere questo maledetto virus. Tuttavia, non sapendo come e quando usciremo da questa situazione, capita di proiettare lo sguardo verso il futuro, che mai come ora appare di grande incertezza, per non dire quasi di paura.

I numeri legati all’economia nazionale sono impietosi. Il deficit in Italia per l’anno corrente si attesta al 11,1%. Mentre, secondo le stime, dovrebbe ridursi al 5,6% nel 2021 (ammesso che ci sia un considerevole rallentamento della pandemia, magari grazie al vaccino).

Anche il tasso di disoccupazione è in costante aumento. Siamo passati dal 9,9% del 2019 all’11% del 2020, considerando che molte attività hanno chiuso, oppure hanno dovuto lavorare con il personale ridotto, a causa della riduzione della domanda e di conseguenza delle risorse finanziarie.

Uno dei settori che ne ha maggiormente risentito della crisi è quello del turismo. Fatti salvi i mesi estivi (dove comunque il lavoro è stato minore rispetto agli anni passati), le strutture alberghiere hanno registrato gravi perdite.

Nel periodo estivo, anche grazie all’uso dei bonus vacanza, una timida ripresa economica è stata solo illusoria. Nella situazione in cui siamo oggi, con i contagi in costante aumento e la sanità al collasso, 2 sono i possibili scenari. Il primo, decisamente problematico, consisterebbe in un andamento a L, cioè una profonda crisi economica, seguita da un periodo di stagnazione dalla tempistica indefinita. Il secondo, che tutti ci auguriamo, sarebbe un andamento a W, cioè di un secondo segnale di ripresa (dopo quella estiva) nel momento in cui si verificherà un’allentamento delle restrizioni (il che è legato chiaramente alla curva del contagio).

Almeno per il momento l’ipotesi di un secondo lockdown nazionale sembra scongiurata. La linea perseguita infatti, è quella di procedere per una chiusura a zone. Probabilmente, anzi sicuramente, anche ai piani alti conoscono gli effetti drammatici di una seconda chiusura totale. L’auspicio è che, con il vaccino, verso la primavera del 2021, la pandemia possa essere quantomeno sotto controllo, per tornare a vivere in maniera parzialmente normale.