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Israele, anello di Pilato ritrovato

Il nome di Ponzio Pilato, governatore romano, sarebbe forse rimasto nell’anonimato se non fosse stato menzionato nei Vangeli sinoddici e apocrifi, insieme agli annali di Tacito.

Ma, oggi l’ufficialità è stata comprovata da un oggetto appartenuto a Pilato, noto per essere stato tra gli esecutori della crocifissione di Gesù.

Insieme ad altri reperti, nell’area della Cisgiordania, era stato rinvenuto un anello bronzeo dall’ equipe di Gideor Foster per l’università di Gerusalemme, durante la Guerra dei Sei Giorni, tra 1968 e 1969, anni centrali per la nascita e l’affermazione delli stato d’Israele.

L’oggetto fu rinvenuto presso un luogo dove in passato sorgeva un antico giardino, datato intorno agli anni che hanno portato la Prima Rivolta Giudaica, intorno agli anni 70 dC, sedata in seguito per intervento del generale Tito, figlio dell’imperatore Vespasiano, come documenta Tacito nelle Historiae .

Grazie al lavoro dei laboratori delle Antichità Israeliane, oggi abbiamo elementi che ne certificano l’autenticità e avvalorano in parte di veridicità storica gli stessi Vangeli.

A partire dal nome inciso sul medesimo anello, rarissimo ai tempi della prima metà del I sec d.C. , a cui si aggiunge la manifattura e il valore, essendo di bronzo e oro, che mostra esser appartenuto a una soggetto di rango elevato e ricco ed adottato per l’uso quotidiano.

Secondo un’ipotesi avvalorata dall’ Israel Exploration Journal, l’anello, date anche le piccole dimensioni e l’uso comune, potrebbe essere stato addirittura indossato duramente la condanna di Gesù al Golgota, richiamandone l’episodio della ” lavata delle mani “, delineato dal Vangelo di Giovanni soprattutto.

 

Domenico Papaccio
Domenico Papaccio
Laureato in lettere moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II, parlante spagnolo e cultore di storia e arte. "Il giornalismo è il nostro oggi."