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Ischia, il papà riesce a rintracciare suo figlio in Ucraina: “Ho sentito la sua voce”

Aveva lasciato l’Italia col fiato sospeso la storia del papà ischitano, Mauro Fratini, e del suo ‘bambino conteso’, Marco, di due anni e mezzo. La moglie partì con il bambino per un viaggio concordato in Ucraina nel 2020 senza, però, fare più ritorno in Italia. Il bambino, padre italiano e madre ucraina, è nato a Ischia e ha vissuto stabilmente sull’isola fino a settembre del 2020.

Tra lui e la ex moglie si è aperta una lunga causa legale vinta, infine, dal padre. Il rimpatrio era fissato per il 22 febbraio 2022, il giorno in cui sono iniziate le operazioni militari in Ucraina. Con la guerra alle porte l’uomo si è appellato alle istituzioni per chiedere il rimpatrio immediato, poi è scoppiato il conflitto. 

Mauro Fratini sta vivendo attimi difficili: il figlio di due anni e mezzo è in fuga da un paese in guerra sotto l’attacco delle truppe russe. Dopo giorni di silenzio, però, l’uomo è riuscito a mettersi in contatto con la moglie e a vedere, per pochi istanti, il bambino.

Il piccolo e la madre sono diretti in auto verso una località di montagna nei pressi di Leopoli, a ovest del Paese, evitando le strade principali e attraversando quelle di campagna e i boschi.

Mauro Fratini, papà napoletano, rintraccia il figlio in fuga dall’Ucraina: “Credo nella forza di mia moglie”

Ma ogni volta solo per pochi secondi – racconta Mauro Fratini – ad esempio questa mattina sono riuscito a vedere mio figlio, sta bene ed era seduto in auto con mia moglie e mia suocera. La videochiamata è durata non più di un minuto, purtroppo ci sono problemi con la linea telefonica e con internet“.

Fratini spera di avere al più presto l’occasione di parlare con la moglie, con la quale i rapporti, dopo la causa, sono migliorati: “Voglio dirle che dalla Farnesina ci hanno comunicato la disponibilità di alcuni riferimenti sul campo per il rimpatrio e sono pronto ad accogliere anche la sua famiglia qui a Ischia o a Napoli“.

Se da un lato c’è la grande apprensione nel sapere il proprio figlio in fuga attraverso un Paese in guerra, dall’altro c’è la fiducia “nella forza di mia moglie e degli ucraini. Sono persone fenomenali, hanno un grande coraggio e amano la loro patria. Conosco tante persone che dall’Italia stanno partendo per prendere un fucile in mano e difendere Kiev. Spero che tutto si risolva per il meglio quanto prima“, conclude.

 

Anna Borriello
Anna Borriello
Scrivo per confrontarmi col mondo senza ipocrisie e per riflettere sul rapporto irriducibile che ci lega ad esso.