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Ipocondria, il disturbo d’ansia piu diffuso del 2021

L’ipocondria è un disturbo d’ansia caratterizzato da un’eccessiva e ingiustificata preoccupazione della propria salute. Chi soffre di questo disturbo ha la costante convinzione che un qualsiasi sintomo sia riconducibile ad una grave patologia. Proprio per questo, il soggetto tende ad osservare in maniera ossessiva i propri sintomi che generano automaticamente uno stato di ansia e preoccupazione costante. Di solito la fascia d’età più colpita è quella che oscilla tra i 40 e i 50 anni.

L’ipocondria ai tempi del Covid-19

Con lo scoppio dell’epidemia da Covid-19, sono sempre di più le persone che soffrono di depressione ed ansia. L’aumento dei contagi, l’obbligo di restare in casa e quant’altro sono soltanto elementi che generano una costante paura nella popolazione.
In questo caso, però, le persone più colpite dall’ipocondria sono gli anziani. Una delle fasce più colpite e di certo tra quelle che dovrebbe prestare più attenzione.

Si tratta di una vera e propria ipocondria digitale quella che colpisce gli anziani. Quest’ultimi, si rifugiano nel controllo ossessivo dei propri parametri vitali, sfruttando tecnologie sempre più diffuse ed economiche come misuratori di pressione e battito cardiaco. Sempre più diffusa la necessità di comprare strumenti di misurazione che a volte possono solo spaventare e non esser corretti nella diagnosi.

Gli esperti della Società Italiana di Cardiologia Geriatrica, hanno dimostrato che l’utilizzo ossessivo di strumenti di misurazione dei parametri, possono destare soltanto panico. E’ per questo, che nonostante sia importante ricevere un contributo dal mondo digitale, quest’ultimo non deve sostituire il parere di un medico esperto. ” …Non bisogna confondere l’automonitoraggio con la diagnosi che deve essere sempre eseguita dal medico, indipendentemente dal dato tecnico che non si può sostituire all’operatore sanitario. Invece c’è la convinzione che usandoli si possa scavalcare il professionista sanitario che deve sempre suggerire il loro utilizzo, altrimenti il rischio è di far sentire tutti un po’ malati. Ciò vale soprattutto per gli anziani che vivono a casa, vittime spesso inconsapevoli di un ossessivo controllo ‘fai da te’, e più esposti al rischio di un eccesso di medicalizzazione e di sofferenza e inquietudini crescenti…”.