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In barca a noleggio a Ischia per dribblare il Green Pass: intervista ad Alfonso Sollazzo

Risale a ieri mattina la protesta di nove isolani che, in barca a noleggio da Ischia, hanno raggiunto la terra ferma in un’ora. Gli isolani si sono imbarcati da Ischia Ponte di primo mattino con lo scopo di protestare contro il Super Green Pass sui trasporti in barca e sui mezzi pubblici.

Hanno raggiunto la terra ferma sulla piccola barca e, a metà percorso, hanno sbandierato uno striscione: “Isolani sì, isolati mai. Ridateci la nostra strada“, a cui è seguito un applauso.

L’iniziativa, nata dall’associazione “Resistere per esistere”, ha generato non poco scalpore. Questo gesto dei nove cittadini, non vaccinati per scelta, a detta degli organizzatori ha un significato simbolico.

A spiegare i motivi della protesta in un’intervista per il XXI SECOLO è il fondatore dell’associazione “Resistere per esistere”, Alfonso Sollazzo.

Intervista ad Alfonso Sollazzo, uno degli organizzatori della protesta in barca: “L’infame certificazione verde”

  • Lei è uno degli organizzatori della protesta contro il Super Green Pass sulla barca a noleggio. Può spiegarne i motivi?

«Un persona isolana non può raggiungere la terra ferma per congiungersi ai suoi familiari liberamente. Se deve lavorare, se fa rappresentanza, ad esempio, o fa il pendolare da Ischia verso la terra ferma, senza il Super Green Pass non può recarsi a lavoro. Chi ha da prenotare qualche visita medica in una struttura o pubblica o privata per parenti cardiopatici o oncologici sulla terra ferma, non può andare senza il vaccino. Con questa protesta abbiamo voluto portare alla luce tutte queste problematiche. Siamo isolani-isolati, cambiando la consonante si passa da isolani a isolati».

  • Com’è nata l’idea di protestare utilizzando una barca a noleggio? Che cosa significa questo gesto?

«Questa problematica esiste solo sul trasporto pubblico, perché se noleggio una barca privata posso spostarmi. Quindi, se – da non vaccinato – dovessi andare a Napoli tutti i giorni, oppure due volte alla settimana, mi troverei costretto a noleggiare una barca privata che costa dai 200 ai 500 euro. Pagando 500 euro posso raggiungere la terra ferma senza Green Pass, prendendo il traghetto, invece, no perché ci vuole».

  • Ci può parlare degli altri organizzatori della protesta?

«Sono tutti isolani che hanno le mie stesse problematiche. Ci sono ragazzi che non possono più andare a lavorare, ci sono piccoli imprenditori, muratori, idraulici, elettricisti che prendono lavori in terra ferma e non possono spostarsi perché lo Stato gli ha vietato di mettere il piatto a tavola. Non riescono a garantire il pasto quotidiano alle proprie famiglie».

  • Lei e gli altri organizzatori siete fortemente convinti dell’anticostituzionalità del Super Green Pass. Cosa vi ha spinti a rifiutare l’immunizzazione fino ad ora?

«Non lo dico io che è anticostituzionale, lo dice la Costituzione. Noi non stiamo rifiutando il vaccino, noi protestiamo contro il modo in cui vogliono che ci vacciniamo. Lo Stato vuole che io faccia il vaccino? Deve renderlo obbligatorio, far fare una prescrizione medica al mio medico curante e ognuno deve prendersi le sue responsabilità».

Poi, il fondatore dell’associazione continua con veemenza:

«Fin quando ci sarà l’obbligo vaccinale ed io dovrò firmare il consenso informato in cui dichiaro di aver scelto in prima persona di farmi inoculare il siero – perché poi non è un vaccino fino al 2024, è sempre in via sperimentale, io non sono una cavia – non lo farò».

  • Secondo lei è il governo che deve assumersi la responsabilità dell’inoculazione del vaccino?

«Sì, ma in tutti i sensi. Sono io a decidere se farmi inoculare il siero sperimentale facendo da cavia, ma il governo deve prendersi le sue responsabilità. Se a me succede qualcosa o a qualcuno dei miei familiari il governo deve provvedere a risarcire il tutto».

  • Crede che il governo non stia prestando attenzione alle condizioni degli isolani e ai loro diritti?

«Il governo non sta prestando per niente attenzione agli isolani. Se anche il governo togliesse il Super Green Pass per gli spostamenti in barca, e lasciasse solo il Green Pass da tampone – l’infame carta verde da tampone – io comunque avrei dei grossi problemi in terra ferma. Perché se da Ischia arrivo a Pozzuoli, comunque, per spostarmi in altre città o regioni, dovrei prendere i mezzi pubblici e non posso farlo».

Incalza:

«Che ci vado a fare da Ischia a Pozzuoli se poi devo rimanere bloccato a Pozzuoli!? Dev’essere garantita la continuità territoriale. Il cittadino, come da costituzione, dev’essere libero di viaggiare in tutto il territorio italiano e anche all’estero».

  • C’è un messaggio che vuole lanciare al governo?

«Meno restrizioni sull’isola riguardo i trasporti e i vaccini. Non discriminare, non aumentare le restrizioni per obbligare non solo gli isolani ma tutta la Nazione al vaccino. Questo è un ricatto, è estorsione, è coercizione. Devono lasciare un po’ di spazio anche ai non vaccinati perché io non vaccinato devo dimostrare tutti i giorni che sono sano, mentre il vaccinato, anche se ha il Covid, non ha niente da dimostrare perché ha l’infame tessera verde che gli permette di muoversi anche se ha il Covid. Finiamola con queste restrizioni: sono inutili».

  • Lei si definirebbe un No-vax?

«No. Se fossi stato No-vax non avrei fatto vaccinare in passato i miei figli o fatto vaccinare i miei nipoti. Sono contro questo vaccino in particolare perché non è un vaccino ma è un siero sperimentale e noi non vogliamo fare da cavia».

  • Continuerete a protestare nei prossimi giorni?

«Ma certo, ci saranno tutti i giorni proteste contro queste decisioni che prenderà a mano a mano il governo. Il governo farà restrizioni e noi protesteremo. In un modo o in un altro ci saranno sempre proteste».

Il governo ha dato la possibilità agli isolani, in assenza di Super Green Pass, di certificare motivi essenziali di spostamento, come il lavoro o lo studio. Nessuno dei partecipanti alla protesta ha voluto eseguire l’autocertificazione.

Anna Borriello
Anna Borriello
Scrivo per confrontarmi col mondo senza ipocrisie e per riflettere sul rapporto irriducibile che ci lega ad esso.