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mercoledì, 27 Settembre 2023

India, la destra torna al potere

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Antonio Luca Russo
Antonio Luca Russohttps://www.21secolo.news
Studente di Giurisprudenza presso l’Università “Federico II” di Napoli, fin da piccolo appassionato di attualità, scienze, polita ed esteri. Tra un manuale di diritto e l’altro, adora espandere i propri orizzonti con viaggi e letture. Crede fermamente nei princìpi espressi nella nostra Costituzione e nel ruolo fondamentale della Giustizia nella nostra società.

Il partito di centro-destra, Bharatiya Janata Party, con una storica vittoria ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi nel parlamento indiano alle ultime elezioni politiche tenutesi pochi giorni fa.

Le consultazioni sono state le più lunghe nella storia del Paese, essendo durate 15 giorni (dal 7 aprile al 12 maggio – ndr), con un affluenza di 551 milioni di votanti, pari al 66,38% dell’elettorato. Era da più di 30 anni che un partito non raggiungeva l’autosufficienza in parlamento. Si attendono ancora i dati ufficiali ma Narendra Modi, leader dei nazionalisti hindu, considerato sin dal principio il grande favorito, ha commentato con un “Arrivano bei giorni” l’ormai palese vittoria del suo schieramento. Sebbene i risultati dello spoglio non siano ancora definitivi, il Bharatiya janata party ha già ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento, pari a 272 sui 543 complessivi, mentre la coalizione della quale fa parte può contare su 327 seggi. Modi giurerà come primo ministro mercoledì 21 maggio.

La destra è riuscita a conquistare tutti i sette seggi della capitale. Non è invece riuscito a fare altrettanto nello Stato del Kerala, dove il voto si è giocato anche sulla vicenda dei due fucilieri di Marina italiani, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, incarcerati per l’uccisione di due pescatori durante una missione di protezione di una nave mercantile. Modi in persona infatti, aveva tenuto un comizio in cui aveva ricordato che militari italiani hanno ucciso i pescatori locali senza che il governo indiano facesse nulla per punirli. Il partito del Congresso, storicamente legato alla dinastia Nehru-Gandhi e affidato in questa campagna elettorale al figlio di Sonia Gandhi, Rahul, ha già riconosciuto la sconfitta. Gli exit-poll di Lunedì mattina promettevano già male per il partito di centro-sinistra, ma nessuno si aspettava un tracollo simile da parte della formazione politica al potere negli ultimi 10 anni: rispetto al cospicuo numero di 206 deputati uscenti, il partito infatti ora stenta a raggiungere quota 50 membri in parlamento.

Il primo a congratularsi con il neo-premier indiano dopo i primi risultati ufficiali è stato il premier britannico, David Cameron, che in un tweet si è detto “Ansioso di lavorare insieme per avere il meglio dalle relazioni tra Gran Bretagna e India”. Felicitazioni sono arrivate anche da Bruxelles, con l’Alto rappresentante per gli Affari Esteri, Catherine Ashton, che si è congratulata per la grande vittoria e la celebrazione di successo delle elezioni più grandi del mondo.

I risultati elettorali sono stati accolti molto bene dalla borsa di Mumbai. L’S&P Bse Sensex è arrivato a guadagnare fino al 6,2%, chiudendo infine con un +2,2%. L’indice è stato ancora più spinto quando è apparsa sempre più vicina la vittoria elettorale del BJP, considerato come un partito pro-business e legato a doppio filo alla galassia imprenditoriale indiana. Forte rialzo ha registrato anche la rupia, la quale è salita al massimo da 11 mesi sul dollaro.

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