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Incidente sulla Nomentana: parla “Leo”

Incidente sulla Nomentana: si è risvegliato l’unico sopravvissuto all’incidente in cui hanno perso la vita cinque ragazzi.

Si tratta di Leonardo Chiapparelli, che ha ricordato quei terribili momenti, l’incidente terribile che ha portato via i suoi amici.

Perché proprio io?” Ha chiesto  ancora sconvolto il giovane al padre. Una domanda alla quale nessuno può dare una risposta ma che probabilmente il giovane porterà dentro sè per sempre.

Sembrava una roulette russa. Sono sopravvissuto, non so come. Ero al centro sul sedile posteriore: i corpi dei miei amici mi hanno protetto”.

 Una dinamica ancora da accertare, quella dell’incidente sulla Nomentana, che ha visto l’automobile scontrarsi contro un palo della corrente, in Via Nomentana a Roma. Qualche abitante del posto ha rivelato che in quella zona si corre, le autovetture ma anche i motorini, spesso, sfrecciano a forte velocità, quasi a voler gareggiare. E dalle prime indagini sembrerebbe che anche l’autovettura, una cinquecento, omologata per quattro, sulla quale viaggiavano in sei, percorresse la strada ad una velocità sostenuta.

Sembrerebbe inoltre, che prima dell’incidente, la vettura avesse più volte percorso quella strada, dove ricordiamo vige il limite dei 50 km/h (da quanto si è appurato, nettamente superati dalla seicento sulla quale viaggiavano i ragazzi).

Ovviamente si tratta di prime ipotesi, intanto la procura di Tivoli ha aperto un fascicolo per omicidio stradale, per ora l’indagine è a carico di ignoti.

Insieme agli amici di sempre, Leonardo era uscito per festeggiare il compleanno di Flavia, 17 anni, tra le cinque vittime dello schianto. Con loro c’erano Valerio Di Paolo, alla guida dell’auto, Alessio Guerrieri e Simone Ramazzotti, questi ultimi due erano cugini, che avevano fra 21 e 22 anni, Giulia Sclavo, 17 anni come Flavia Troisi. Sono tutti morti sul colpo. 

Giuseppe è stato trasportato d’urgenza in ospedale ma per fortuna le sue condizioni sono in miglioramento, “almeno quelle fisiche”, come rivela il papà. Proprio lui ha dato la terribile notizia al figlio, naturalmente sconvolto per aver perso gli amici.

A tal proposito il papà di Giuseppe sulla decisione di dire tutto al figlio, ha dichiarato alla stampa: “Giravano troppe notizie, anche non vere, quindi gli psicologi hanno deciso di dirgli la verità insieme a noi genitori. Ma non riesce a trovare pace: ha perso i suoi tre amici di sempre, non si sente fortunato. Mi preoccupa il fatto che dovrà accettare di essere un sopravvissuto”.

Leo, come è chiamato da tutti, presto potrebbe essere ascoltato dagli inquirenti, in quanto unico testimone; il ragazzo potrebbe fornire ai carabinieri dei dettagli importanti.