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In Nigeria rapite 317 studentesse, é caccia ai banditi

In Nigeria un gruppo di banditi si è introdotto nella Government Girls Secondary School Jangebe nella zona governativa locale di Talata Mafara dello Stato nigeriano di Zamfara, rapendo 317 studentesse.

La conferma di questo ennesimo attacco ai danni di studenti in Nigeria, nella zona Nord-Ovest del paese, è arrivata direttamente dalla polizia locale. Nello stesso comunicato la polizia ha reso noto che sono già in corso le operazioni atte a liberare gli ostaggi e catturare i responsabili.

Nel comunicato, il portavoce della polizia Mohammed Shehu, ha inoltre spiegato che le operazioni di salvataggio si stanno svolgendo in collaborazione con i militari.

Attacchi di questo genere non sono nuovi in Nigeria.

Solo il 16 febbraio, nel Niger, erano stati rapiti 27 studenti, un insegnante e sei membri della sua famiglia. Il 23 febbraio in un attacco con mortai e granate a propulsione a razzo contro i sobborghi di Maiduguri, la capitale dello Stato di Borno.

Durissima la reazione del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, Unicef, che condanna il rapimento definendo l’attacco alla scuola una grave violazione dei diritti degli studenti coinvolti.

Nel comunicato l’Unicef ha richiesto il rilascio immediato delle studentesse rapite restituendole all’amore e alle cure delle loro famiglie.

Il rappresentante dell’Unicef in Nigeria, Peter Hawkins, ha dichiarato: “Siamo arrabbiati e rattristati per l’ennesimo attacco brutale contro gli studenti della Nigeria“. La preoccupazione, inoltre, è che esperienze di questo tipo possano creare danni a lungo termine alla psiche delle studentesse.

Nel documento, rilasciato da Unicef, si legge inoltre la richiesta alle autorità nigeriane di intervenire al più presto, non solo per il rilascio degli ostaggi ma perché si fermino questi attacchi agli studenti in Nigeria.

Parole di sconforto per l’accaduto anche dall’arcivescovo di Benin City e presidente della Conferenza episcopale nigeriana (Cbcn), e da mons. Camillus Raymond Umoh, vescovo di Ikot Ekpene e segretario della Cbcn i quali hanno chiesto alle autorità di non sottovalutare l’ondata di violenza che sta colpendo il paese.